Fabian Cancellara e la bicicletta “truccata”, non c’è pace per il ciclismo
Dopo la bufera doping e le pesanti squalifiche subite da alcuni dei protagonisti della stagione ciclistica appena cominciata, adesso arriva il caso del “doping tecnologico”. Tutto è iniziato da un articolo sull’Avvenire del 18 maggio scorso in cui l’autore racconta di voci sull’esistenza di alcune “biciclette truccate” usate da diversi atleti nelle ultime gare.
Fin qui la notizia era priva di fondamento, ma poi è saltato fuori un video su YouTube (con il logo “Rai Sport” in alto) che vede protagonista il commentatore ed ex ciclista Davide Cassani che illustra il funzionamento di una di queste biciclette dichiarando di “poter vincere una tappa al Giro d’Italia a 50 anni” così equipaggiato.
L’autore del video inoltre mette in sequenza alcuni allunghi di Fabian Cancellara, atleta svizzero vincitore del Giro delle Fiandre e della Parigi-Roubaix, dove viene messo in dubbio che la rapida accelerazione di Cancellara sia dovuta alla sola forza muscolare. Questa tesi sarebbe avvalorata dai movimenti sospetti sul cambio del ciclista svizzero e dalla sostituzione della bici effettuata prima della volata finale durante le due gare. Il “trucco”, stando alle dichiarazioni di Cassani, non sarebbe altro che un motorino elettrico inserito nei tubi della bicicletta, assolutamente invisibile, in grado di assistere la pedalata e non far stancare le gambe dell’utilizzatore durante i primi km di competizione.
Intanto Fabian Cancellara e il suo team (Saxo Bank) hanno respinto con decisione ogni insinuazione e su Internet molti siti, specializzati e non, hanno evidenziato diversi aspetti che rendono l’ipotesi poco probabile. I punti fermi della vicenda sono:
1 – Esiste una ditta austriaca che produce motorini elettrici da applicare all’interno del tubo verticale che insiste sul mozzo dei pedali. Il nome della ditta è “Gruber” e costruisce questi meccanismi dal 2004. Con poche modifiche agli ingranaggi della bici, si può ottenere come risultato quello della pedalata assistita.
2 – Il motorino in questione ha bisogno di un pacco batterie dall’ingombro non trascurabile e che finora nessuno ha dimostrato essere occultabile all’interno della struttura della bici (facendo vedere dove e come sono nascoste). La bicicletta è mostrata solo parzialmente nel video.
3 – Nella versione originale, una volta avviato il servomeccanismo, il kit emette un rumore udibile a distanza ravvicinata
4 – L’autonomia della batteria e la spinta del motorino sono limitati. Alla massima potenza la batteria al Nichel dura non più di 45 minuti, quella al Litio ha un’autonomia maggiore (non specificata nel video dimostrativo).
5 – Davide Cassani dice di aver provato la bicicletta per un km riuscendo a raggiungere i 50 km/h senza alcun fatica, che il meccanismo è invisibile (le batterie sarebbero alloggiate nel tubo) e che non fa alcun rumore, ma soprattutto che la bici gli è stata consegnata da un professionista che dice che è stata utilizzata in gara da altri ciclisti.
Nel frattempo, io mi sono convinto che Cancellara è un atleta serio e molto forte. Non riesco invece a pensare che la Gruber abbia voluto fare un’operazione di marketing affidandola a Cassani (o al fantomatico “professionista” di cui non si può fare il nome). I giornali dicono che l’UCI (Union Cycliste Internationale) effettuerà un’indagine prima del Tour de France, ma non ho trovato riscontro da nessuna parte. Chiunque possa aggiornarci sull’evoluzione del caso è benvenuto nei commenti.
Fabian Cancellara e la bicicletta “truccata”, non c’è pace per il ciclismo é stato pubblicato su outdoorblog alle 18:49 di lunedì 07 giugno 2010.