ARCO 2011, L’ARRAMPICATA È DI CASA. L’ALTO GARDA ATTENDE I “BIG” IL PROSSIMO LUGLIO
Dal 15 al 24 luglio si disputa l’IFSC Climbing World Championship ad Arco (TN)
Grande attesa e tante iniziative per la “10 giorni” dell’arrampicata
Presentazione ufficiale a Roma, al Palazzo delle Federazioni, lo scorso 26 febbraio
Arco città “storica”, quasi 30 anni di arrampicata nell’Alto Garda Trentino
Cresce l’attesa per l’IFSC Climbing World Championship, in programma per la sua “prima volta” in Italia quest’estate, precisamente tra il 15 e il 24 luglio, ad Arco in Trentino.
Poco meno di due settimane fa, il comitato organizzatore della kermesse iridata ha presentato l’evento in una conferenza ospitata presso il Palazzo delle Federazioni a Roma, annunciando i dettagli della manifestazione e portando il proprio saluto a tutte le autorità presenti, compreso il presidente dell’IFSC Marco Scolaris.
È abbastanza intuitivo che l’IFSC Climbing World Championship sia una manifestazione maiuscola, sia dal punto di vista sportivo, sia da quello socio-turistico, con conseguente lustro e prestigio per tutta l’area dell’Alto Garda trentino. Quello che forse viene lasciato troppo spesso nel dimenticatoio è il significato più profondo che la sede di Arco racchiude, legato alla storia mondiale dell’arrampicata e alle origini di questo sport.
La cittadina trentina è infatti una delle protagoniste delle prime esplorazioni in verticale italiane, databili all’inizio degli anni ‘80, scintille originarie di quella che oggi è la disciplina sportiva che tutti conosciamo.
Circa 30 anni fa, ad Arco, la “palestra” più gettonata era quella costituita dalle rocce di falesia del monte Colodri, dove qualche raro e temerario innovatore iniziava, in quegli anni, a tentare l’ascesa in libera.
Fu proprio in quel periodo che una coppia di scalatori, di ritorno dalle pareti dolomitiche, passò da Arco e rimase molto affascinata dagli esperimenti innovativi sul Colodri. Si trattava di due futuri “mostri sacri” dell’arrampicata, Heinz Mariacher e Luisa Iovane, unica donna italiana, tra l’altro, qualche anno più tardi ad aver espugnato il podio della competizione arcense per antonomasia, il “Rock Master” (secondo posto per lei nel 1987).
I due tornarono all’attacco con una vera e propria squadra di talentuosi ed appassionati “rampegadores”, come ad esempio Maurizio Zanolla detto Manolo, Bruno Pederiva e Roberto Bassi, futuro vincitore del primo Campionato italiano di arrampicata, ed insieme iniziarono ad esplorare “in libera” le pareti.
Ormai il dado era tratto, e dopo Arco la squadra iniziò ad esplorare altre e nuove rocce, gettando così benzina su un fuoco oramai già ben avviato.
Non avrebbe tardato molto ad arrivare il battesimo ufficiale per lo sport dell’arrampicata, databile nel 1985 con le prime gare ufficiali italiane, che si tennero a Bardonecchia, in Piemonte, e che costituirono una prima assoluta, preceduta soltanto da qualcosa di simile in Russia. Nell’allora Unione Sovietica, infatti, si disputavano dagli anni ’70 gare di velocità, che costituivano però soltanto un intermezzo alle prove alpinistiche.
Dopo l’avvio dato in Piemonte, la seconda edizione di Sport Roccia si tenne in due manche, e a Bardonecchia si affiancò Arco. In quei primi appuntamenti ancora non era chiara la strada che lo sport dell’arrampicata avrebbe percorso, ma le potenzialità vennero intuite chiaramente. Un’ulteriore conferma della crescente rilevanza di questi incontri fu la risonanza mediatica, con la prima diretta RAI delle competizioni. Fu così che l’anno successivo ad Arco sbarcò il Rock Master, spettacolare appuntamento per i climbers più forti del mondo, e che in occasione dell’IFSC Climbing World Championship festeggerà la sua 25.a edizione. Questo traguardo è stato raggiunto anche grazie ai primi passi compiuti dagli “esploratori” e al duro lavoro dietro le quinte del gruppo di organizzatori. Tra questi vanno ricordati almeno i nomi di Mario Morandini, “lungimirante” assessore al turismo ad Arco negli anni ‘80, e quello di Ennio Lattisi, grande appassionato di montagna ed allora assessore allo sport, al quale è dedicato l’ormai tradizionale “Duello” del Rock Master, a cui si affiancarono subito Albino Marchi (attuale presidente del CO Arco 2011), Giuseppe Filippi, Sergio Calzà, Giuliano Emanuelli, Daniela Comperini ed Angelo Seneci, da sempre direttore tecnico della manifestazione.
Fu proprio dall’eclettica figura di Lattisi che partì la spinta alla creazione di una parete artificiale, sulla quale spostare le competizioni. A partire dal 1988 l’idea di Lattisi venne messa in pratica, con la creazione di una prima parete artificiale, che si poteva smontare e rimontare in occasione di ciascuna gara. Nel 1992 fu progettata una struttura più durevole, una parete fissa adatta alle esigenze del nuovo millennio in arrivo. Nacque in questo modo il “germe” del Climbing Stadium, attraversato nel corso degli anni dai più grandi talenti mondiali, e che nel 2011 ospiterà il primo campionato iridato nella cittadina trentina.
La struttura è oramai pronta a tutti gli effetti per le competizioni dell’IFSC Climbing World Championship e (dato non da poco) del 1° IFSC Paraclimbing World Championship. Oltre al rifacimento ed ampliamento della copertura, è in fase di realizzazione una nuova struttura fissa, sotto la quale verrà posta la parete boulder, e lo stadio sarà dotato anche di un’altra parete mobile dedicata alla team speed.
Perché il grande spettacolo dell’arrampicata mondiale abbia inizio, non rimane che attendere i grandi atleti del panorama globale, e intanto le iscrizioni corrono già a ritmo folle, con ben 55 nazioni prenotate per la prossima estate…di fuoco.