L’ORO OLIMPICO DEL FONDO DI GRONOBLE HA 70 ANNI. FRANCO NONES FESTEGGIATO A CASTELLO DI FIEMME
Festeggiati i 70 anni e la medaglia d’oro di Grenoble 1968 di Franco Nones
Castello di Fiemme ha abbracciato il “suo” campione
C’erano autorità ed i campioni del passato, ma anche i giovani fondisti di oggi
È anche merito suo se la Val di Fiemme ha ottenuto i Mondiali del ’91, 2003 e 2013
Il 1968 è stato un anno “speciale” soprattutto per l’Italia, ma è stato un anno da ricordare anche nello sport, quello invernale. Il 7 febbraio 1968 è la data in cui l’Italia per la prima volta si poteva fregiare di una medaglia d’oro olimpica individuale maschile nello sci di fondo.
È successo a Grenoble nella gara individuale di 30 km, grazie alla stupenda generosità di Franco Nones, che oggi è stato festeggiato a Castello di Fiemme (TN) per i suoi 70 anni e per la sua splendida carriera.
Tutta la comunità di Castello di Fiemme si è stretta attorno al proprio campione che è arrivato in piazza con la carrozza, accompagnato dalla moglie Inger e dal sindaco di Castello Molina, Antonio Barbetta. Il campionissimo è passato sotto gli sci incrociati dei ragazzi del GS Castello e della Polisportiva Molina, dopo il saluto delle autorità e della banda, poi è stato il momento degli abbracci con i suoi “vecchi” compagni di sport, come Genuin, Ferin, Damolin, Morandini e Piller, e con tanti altri sportivi.
Molta commozione sul viso di Franco Nones e anche qualche lacrima. Chissà se le emozioni erano più forti oggi o quel giorno nel lontano ’68. Commozione anche nel tagliare una gigantesca torta, nell’assistere alla telecronaca con le immagini in bianco nero della sua indimenticabile vittoria, e pure quando è stato intonato prima l’”happy birthday” e poi la celebre “We are the champions”.
Nones ha segnato la storia dello sci di fondo perché con il suo trionfo interruppe l’egemonia di scandinavi e russi, e proprio per questo si è attirato soprattutto la simpatia di svedesi e norvegesi, per i quali tutt’ora rimane un mito.
Il “grazie” di Castello di Fiemme è stato portato dal sindaco Barbetta, per la FISI c’era invece Grigoletto che ha portato il saluto di Morzenti, mentre il saluto della FISI trentina non poteva che essere di Angelo Dalpez, quello della Provincia dell’assessore Mauro Gilmozzi il quale ha ricordato che Nones non è solo un campione di sport, ma anche un vero e proprio ambasciatore per il Trentino e la Val di Fiemme.
C’era anche Mario Malossini, presidente della Commissione dei Dodici, che ha ricordato i suoi trascorsi in occasione della candidatura della Val di Fiemme per i Mondiali 1991, che il Trentino ricevette anche grazie alla credibilità e alla stima che Nones ha suscitato nel mondo. Un grazie a Nones è stato rivolto anche da parte di Pietro De Godenz del Comitato Nordic Ski Fiemme, il quale ne ha ricordato la grande disponibilità nel collaborare sia nel 1991, sia nel 2003 sia per il 2013, tre Campionati Mondiali che la Val di Fiemme ha ottenuto grazie anche alla figura del campione fiemmese. Pochi forse sanno inoltre – come ha ricordato il maggior Cauli – che Franco Nones ha regalato la prima medaglia olimpica alle Fiamme Gialle.
Gli applausi in sala durante la festa si sono sprecati. Applausi anche per donna Inger, perché è vero il detto che… dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna.
Bella anche la gigantografia che la Gazzetta dello Sport pubblicò l’8 febbraio 1968, con una prima pagina tutta dedicata al campione fiemmese, al quale i 70 anni, compiuti da poco, non pesano di certo. Un Franco Nones in gran forma, che indossava con orgoglio la giacca azzurra con il distintivo dell’Italia e i cinque cerchio d’oro.
Auguri Franco!