Autore: costel

Beppe Grillo pubblicalo nel tuo sito blog questo articolo veritiero “i rom non sono romeni”

Beppe Grillo pubblicalo nel tuo sito blog questo articolo veritiero “i rom non sono romeni”

Gli zingari in Italia, come nel resto del mondo, rappresentano una comunità eterogenea, dalle mille sfumature e dalle

 

mille espressioni. Mille sono anche gli anni della storia degli zingari divisi essenzialmente in tre gruppi principali: Rom, Sinti e Kalé (gitani della penisola iberica). A questi gruppi principali si ricollegano tanti gruppi e sottogruppi, affini e diversificati, ognuno con proprie peculiarità. Essi hanno un’origine comune, l’india del nord e una lingua comune, il romanès o romani hib diviso in svariati dialetti.L’opinione pubblica, che dei Rom e Sinti conosce poco o niente, tende a massificare e a confondere i diversi gruppi zingari, soprattutto tende a condannare e ad emarginare senza capire. La popolazione zingara in Italia rappresenta lo 0,16% circa dell’intera popolazione nazionale essendo stimati in un numero di persone compreso fra le 80.000 e le 110.000 unità. Sono presenti solo Sinti e Rom con i loro sottogruppi. I Sinti sono soprattutto insediati nel nord dell’Italia e i Rom nell’Italia centro-meridionale.Essi rappresentano gli zingari di antico insediamento a cui vanno aggiunti vari gruppi zingari di recente e di recentissima immigrazione. Circa 1.80% degli zingari che vivono nel nostro Paese hanno la cittadinanza italiana, il 20% circa è rappresentato da zingari extracomunitari, soprattutto provenienti dai territori della ex-Jugoslavia. Circa il 75% e di religione cattolica, il 20% di religione musulmana e il 5% raggruppa: ortodossi, testimoni di Geova e pentecostali

L’arrivo in Italia
L’origine indiana degli zingari si è scoperta nel XVIII secolo attraverso lo studio della lingua zingara. Con lo studio filologico si è potuto ricostruire ipoteticamente l’itinerario seguito dagli zingari nel loro lungo cammino in quanto essi prendevano a prestito parole dai popoli con cui venivano a contatto. Dall’India del nord sono arrivati in Europa attraverso la Persia, l’Armenia e l’Impero Bizantino. Dai Balcani si sono diramati in tutta Europa, arrivando anche in Russia e, con le deportazioni, nelle Americhe e in Australia. Sono molti gli studiosi che credono che i Rom abruzzesi, fra i primi gruppi zingari arrivati in Italia, siano arrivati attraverso l’Adriatico provenienti dalle coste albanesi e greche, probabilmente per sfuggire alla repressione dei turchi ottomani.A sostegno di tale tesi si è fatto riferimento all’assenza nella parlata dei Rom abruzzesi di termini tedeschi e slavi. Ma si può obiettare: i turchi ottomani conquistarono tutta la Grecia e l’attuale Albania fra il 1451 e il 1520 (L. Piasere), mentre i Rom in Italia arrivarono molto tempo prima (il primo documento che attesta l’arrivo degli zingari è del 1422, ma ci sono molti indizi che inducono a credere che i Rom arrivarono ancora prima); i Rom abruzzesi hanno nella loro parlata sia termini tedeschi come tiÒ, glàse, brèg (ted. tiÒch = tavolo, glas = bicchiere, berg = montagna), sia termini serbo croati come plaxtà = lenzuola (s.c. phahta), niÒte = nulla (s. c. nista), a Òtar = catturare, afferrare (s.c. staviti), nikt (nikkete) = nessuno (s.c. nikto), a pukav. = fare la spia, denunciare (s.c. bukati), po (pro) = per (s.c. po); inoltre, perché i Rom con le loro carovane avrebbero dovuto viaggiare per via mare, via a loro scomoda, inusuale e all’epoca minacciata dai turchi, se per secoli avevano dimostrato di spostarsi con sicurezza e rapidità per via terra? Tutto ciò induce a credere che il grosso dei Rom abruzzesi sia arrivato in Italia dal nord per via terra, proveniente, dall’Albania o dalla Grecia, attraversando la ex-Jugoslavia e territori di lingua tedesca.Non è da escludere che effettivamente piccoli nuclei siano arrivati in Italia attraverso l’Adriatico assieme ad altre minoranze come Serbo -Croati e Albanesi. Tutto è comunque ancora da provare. Da questa piccola introduzione si può ben comprendere come sia difficile ricostruire la storia dei Rom, sia perché i documenti a disposizione sono pochi ed incompleti, sia perché i Rom non hanno lasciato nessuna testimonianza scritta. La storia dei Rom è una storia che non nasce dall’interno della sua comunità proprio perché essi rappresentano un popolo senza scrittura che affida alla “memoria” e alla tradizione orale il compito di trasmettere la propria storia e la propria cultura. La storia dei Rom è fatta dai Caggé (non zingari) attraverso le osservazioni di quanti ai Rom si sono in qualche modo interessati per la curiosità e la meraviglia che suscitavano o attraverso le disposizioni delle autorità pubbliche. Così dalla lettura delle Cronache del XV secolo si possono ricostruire sommariamente gli itinerari seguiti dagli zingari in Europa. Il primo documento che segnala l’arrivo degli zingari in Italia è quello del 18 luglio 1422, un’anonima cronaca bolognese contenuta nella Rerum Italicarum Scriptores di Ludovico Antonio Muratori: “A di 18 luglio 1422 venne in Bologna un duca d’Egitto, il quale aveva nome Andrea, e venne con donne, putti e uomini del suo paese, e potevano essere ben cento persone…… ”
Dalle “grida” e dai bandi che dal 1500 si sono susseguiti fino al 1700 si possono dedurre le politiche attuate dalle autorità nei confronti degli zingari: politiche di espulsione, di reclusione, di repressione, di deportazione, ovvero politiche votate al più completo rifiuto. (Attualmente siamo nella fase della politica di assimilazione).
I Rom abruzzesi
I Rom abruzzesi, con cittadinanza italiana, rappresentano dunque uno dei primissimi gruppi zingari arrivati in Italia e grazie alla lunga permanenza sono relativamente più inseriti nel contesto sociale ed economico della società maggioritaria rispetto ad altri gruppi di recente immigrazione. In passato le attività principalmente esercitate erano quelle che lasciavano spazio all’essere e alla creatività e quelle che facilitavano i rapporti umani.Da qui l’attività di musicisti, di fabbri calderari, di commercianti di cavalli, di lavoratori di metalli. Il progresso tecnologico, il boom economico, lo sviluppo delle attività industriali hanno soppiantato le attività tradizionali e la maggioranza dei Rom ha dovuto operare una riconversione economica, ma il modo di porsi di fronte alla vita e di interiorizzarla e soprattutto la struttura sociale dei Rom e rimasta nei secoli pressoché immutata. L’istituzione fondamentale su cui si regge la società romanes è la famiglia, intesa nel senso più ampio, come gruppo cioè che si riconosce nella discendenza da un antenato comune.Da sempre oggetto di violenza i Rom hanno rafforzato i rapporti endogamici e i vincoli di solidarietà familiare, mantenendo invece verso l’esterno un atteggiamento ostile. Vi è in questo un profondo senso di sfiducia e un’intima esigenza di difesa. Il sistema sociale e vissuto nelle profonde componenti umane, basato essenzialmente sul severo rispetto delle norme etico-morali che regolano e disciplinano la comunità romanes per garantire ai singoli individui la piena integrazione.Essi tutelano la dignità e l’onore del Rom. Non esistono classi o gerarchie sociali se si esclude quella semplicistica di ricchi e poveri, cosicché anche il più ricco e in relazione con il più povero e viceversa in base ad un principio di eguaglianza che riflette una ottica di vita di tipo orizzontale. In questo contesto il Rom abruzzese si sente parte di una totalità singolare che lo porta a differenziarsi sia dai caggé (non zingari) sia dagli altri gruppi zingari (Rom stranieri, Sinti, Kalé). ciò si traduce in un proprio stile di vita con modi proprio di esprimersi e di comportarsi.Alcune norme sono vincolanti, ad esempio: alle romniá abruzzesi non è assolutamente consentito dall’etica romanès di fumare, di indossare pantaloni, di truccarsi, di indossare costumi da bagno al mare, di giocare d’azzardo. Le donne che vogliono avere una buona reputazione ed intendono essere rispettate dai Rom si adeguano al rispetto di tali norme morali, che non le confonde con gli altri.Un Rom si sente perfettamente sicuro in seno alla sua comunità, costituita dall’insieme di tanti singoli gruppi parentelari dove non esistono né regine né tantomeno re, come invece tende a far credere il sensazionalismo giornalistico che copre con la fantasia e l’immaginazione le proprie carenze informative. In mondo romano vien perciò presentato o in termini mitologici o in termini criminalizzanti, l’una e l’altra forma sono delle distorsioni che alterano il mondo zingaro producendo stereotipi negativi e pregiudizi di cui i Rom restano vittime. La sicurezza del Rom deriva dalla tradizione che lo pone sicuro di fronte al futuro e dalla coesione, che lo pone sicuro davanti all’imprevedibile.Tutto ciò si traduce in un forte equilibrio psicologico. Le relazioni ben strette fra educazione, coesione ed equilibrio psicologico sono minacciate con i contatti conflittuali esterni. Si pensi ad un bambino Rom che frequenta la scuola pubblica: entrare a contatto con una realtà che presenta dei modelli di vita funzionale alla società maggioritaria a cui e difficile per lui adattarsi, gli provoca inevitabilmente uno smarrimento in quanto è costretto ad operare una difficile scelta che nella maggior parte dei casi lo induce a ripercorrere la strada degli affetti familiari; da adulto mostrerà un atteggiamento ostile verso quella società non ancora preparata ad accoglierlo se non attraverso l’assimilazione.Lo stesso dicasi dei matrimoni misti in cui l’individuo esterno viene a rappresentare un elemento di disturbo se non riesce ad integrarsi. Il cardine della struttura sociale dei Rom e la famiglia patriarcale, dove il vecchio, considerato saggio, ne é rappresentante riconosciuto. Ci sono Rom che vengono esclusi per le loro pessime qualità morali, sono considerati “gavalé” e sono derisi e scherniti. I frequenti contatti all’interno del mondo romano hanno da sempre attivato una fitta rete di comunicazione interna che porta i Rom ad essere a1 corrente di ciò che accade a famiglie zingare anche molto distanti. I mass media rappresentano oggi, assieme alle organizzazioni tentacolari pseudo-zingare, la più grande minaccia all’esistenza dei Rom poiché infondono modelli di vita che allontanano i giovani dalla tradizione facendo allargare le maglie delle relazioni sociali e familiari, creando anche nuovi gusti e nuove esigenze che alterano l’etica romanès e che infondono nei Rom l’arrivismo e la necessità di possedere a tutti i costi il superfluo. Da qui le attività illecite. I Rom non preparati alla maniera dei caggé, cadono nel tranello.
La lingua
La lingua dei Rom abruzzesi detta “romanès” o “romaní hib” è strettamente imparentata con le lingue neo-indiane e conserva ancora fedelmente un gran numero di vocaboli di origine indiana. La lingua romani è arricchita di imprestiti persiani, armeni, greci, serbo-croati, di alcuni vocaboli tedeschi e di elementi dialettali dell’Italia centromeridionale a testimonianza dell’itinerario seguito dai Rom nel lungo cammino iniziato dal nord-ovest dell’India verso occidente.

neve,si potra finalmente sciare nell abetone

neve,si potra finalmente sciare nell abetone

Dopo le precipitazioni della settimana di Pasqua che hanno consentito a turisti e visitatori di trascorrere il lunedì dell’angelo sugli sci, un’altra perturbazione è arrivata sulla montagna pistoiese portando ancora neve alle quote più elevate. Così, dopo qualche isolata sfiocchettata, nella notte fra mercoledì e giovedì una discreta nevicata ha ricoperto di una nuova coltre bianca le stazioni sciistiche dell’Appennino.

Giovedì mattina, proprio come in pieno inverno, gli abitanti di Abetone si sono destati al rumore dello spalaneve che stava liberando strade e parcheggi. Se in paese ne sono caduti circa dieci centimetri, la neve fresca ha raggiunto i 50 cm alle quote più elevate. Un’altra nevicata è attesa in giornata, previste schiarite per sabato.

Previsioni meteo che hanno portato gli operatori a considerare la possibile riapertura degli impianti sul fine settimana. «La neve caduta in pista è già sufficiente – spiega Rolando Galli, direttore di Saf – se le condizioni si mantengono stabili, senza nuove piogge, sabato e domenica l’ovovia sarà di nuovo in funzione. Le piste, tuttavia, non saranno aperte, mantenute e battute. Chi vorrà potrà fruire dell’impianto per divertirsi sulla neve fresca e fare freeride, con tutte le limitazioni e precauzioni, ma anche il divertimento del caso». Nonostante la stagione sciistica ufficiale sia conclusa, all’Abetone finché c’è neve c’è modo di divertirsi. E, dal punto di vista degli operatori, per migliorare ancora un pochino l’esito economico di una stagione non certo brillante, con un lavoro costantemente sottotono anche nei periodi considerati migliori e picchi negativi registrati fino al -80%. Se il fine settimana potrà portare un po’ di movimento, la speranza di impiantisti ed operatori turistici si rivolge al ponte del 25 aprile che potrebbe invogliare i visitatori a trascorrere qualche giorno ad Abetone e nei paesi vicini. Le informazioni su offerte, tariffe e last minute sono disponibili sul sito web del consorzio Apm.

 

 

Sci velocità. CdM Verbier – Ufficializzata la classifica‎

Sci velocità. CdM Verbier – Ufficializzata la classifica‎

(SZNews) 19 aprile – Dopo due giorni di inutili tentativi, gli organizzatori dell’ultima tappa di Coppa del Mondo di sci velocità prevista a Verbier sono stati costretti ad arrendersi alle bizze del tempo e confermare l’ordine d’arrivo di martedì, scaturita dopo appena un giro. A salire sul gradino più alto del podio è stato così l’austriaco Klaus Schrottshammer, autore di una cinquina impressionante che lo ha visto semrpe trionfare in questa stagione, a partire dall’esordio di pas de la Casa per continuare con Vars, Idre (due volte) e, appunto, Verbier.

L’Italia si consola col secondo e tezo posto parziale di Simone e Ivan Origone. Il primo non è riuscito nell’intento di superare Philippe Maj (sesto nell’occasione) nella graduatoria generale e si deve accontentare del quarto posto definitivo. Il valdostano si consola col podio numero 50 della carriera nella sfera di cristallo, fatto di 26 successi, 16 secondo posti e 8 terzi posti. Ivan conferma invece il secondo posto della passata stagione.

Nella categoria Produzione seniores Valentina Greggio è nuovamente prima fra le donne, mentre Stefano Bar è terzo di tappa e secondo nella graduatoria maschile. Infine la categoria Produzione juniores ha invece visto l’esoprdio di tre nuove promesse del 1996: Stefano Zancardi è quinto, Matteo Viana sesto e Alessio Scilligo decimo.

Ordine d’arrivo primo giro gara maschile Verbier (Svi):

1 SCHROTTSHAMMER Klaus 1979 AUT 192.09
2 ORIGONE Simone 1979 ITA 191.94
3 ORIGONE Ivan 1987 ITA 191.02
4 DOBROWOLSKI Jedrzej 1981 POL 190.74
5 MONTES Bastien 1985 FRA 190.59
6 MAY Philippe 1970 SUI 189.74
7 ADARRAGA Ricardo 1965 SPA 189.15
8 BILLY Louis 1993 FRA 188.95
9 CERMAK Radek 1980 CZE 188.34
10 EIGENMANN Reto 1970 SUI 188.29

13 SALDARINI Francesco 1971 ITA 185.09
17 RENALDO Antonio 1961 ITA 183.03

Ordine d’arrivo Produzione seniroes femminile Verbier (Svi):

1 GREGGIO Valentina 1991 ITA 172.48 172.48
2 MARTINEZ Celia 1991 FRA 169.22 169.22

Ordine d’arrivo Produzione seniores maschile Verbier (Svi):

1 MEICHTRY Gregory 1977 SUI 178.62 178.62
2 MUENZER Markus 1969 AUT 177.35 177.35
3 BAR Stefano 1990 ITA 177.24 177.24
4 LINDBLOM Sebastian 1989 SWE 177.10 177.10
5 FOIDL Guenther 1982 AUT 176.61 176.61

Ordine d’arrivo Produzione juniores maschile Verbier (Svi):

1 QUEYRAS Charles Edouard 1992 FRA 168.61 168.61
2 BACKLUND Erik 1993 SWE 168.18 168.18
3 PORTAL Robin 1995 FRA 167.55 167.55
4 MABIT Emmeric 1993 FRA 166.24 166.24
5 ZANCARDI STEFANO 1996 ITA 166.14 166.14
6 VIANA Matteo 1996 ITA 165.35 165.35
7 MATSLOFVA Gustav 1992 SWE 163.27 163.27
8 TESSORE Melvin 1995 FRA 162.93 162.93
9 STANGL Armin 1996 AUT 161.63 161.63
10 SCILLIGO Alessio 1996 ITA 160.46 160.46

 

 

Sci Alpinismo: Erik Pettavino vince il Trofeo Rollandoz fra i Cadetti

Sci Alpinismo: Erik Pettavino vince il Trofeo Rollandoz fra i Cadetti

eri a Rhêmes-Notre-Dame, in Valle d’Aosta, si sono disputati i Campionati Italiani Assoluti e Giovani di sci alpinismo, nell’ambito del 38° Trofeo Rollandoz, gara che si è svolta su di un percorso ridotto, a causa delle cattive condizioni meteo. L’intera gara è stata disputata in perfetto clima invernale, sotto una fitta nevicata. Sui 2700 metri di dislivello complessivo, a conquistare il titolo italiano Individuale a tecnica libera è stato l’alpino valdostano Denis Trento, al traguardo in solitaria nel tempo complessivo di 1h,15’,25”,7/10. Secondo a 23”,3/10 il trentino Filippo Beccari (Ski team Fassa), terzo il valdostano Franco Collé (Sci Club Gressoney Monte Rosa). Migliore dei piemontesi il cuneese Giovanni Gerbotto (Valle Pesio), 17° assoluto e 12° Senior. Armandino Faggio (Valle Pesio) si è classificato 31° assoluto e 6° tra i Master.

Nella competizione al femminile si è imposta la portacolori dello Sci Club Cervino Valtournenche Tatiana Locatelli, in 1h,39′,09”,3/10, davanti alla piemontese dello Sci Club Levanna Raffaella Miravalle (1h,42′,07”,8/10) e a Claudia Comello (Sci Club Mont Nery; 1h,57′,04”,1/10). Negli Juniores, vittoria del valdostano Nadir Maguet (Sci Club Corrado Gex), in 1h,21′,40”,4/10, seguito da Stefano Stradelli (Corrado Gex; 1h,22′,49”,1/10) e da Mathieu Courthoud (St. Nicolas; 1h,35′,29”,8/10. Quarto il cuneese Andrea Fenoglio (Valle Pesio) in 1h,49′,02”,7/10. Tra i Cadetti, unica concorrente femminile era Giorgia Dalla Zanna (Corrado Gex), al traguardo in 2h 12’19”8.

Il vincitore maschile della categoria Cadetti è il cuneese Erik Pettavino (Sci Club Entracque Alpi Marittime), primo in 1h,43′,43”,1/10,  davanti a Jerome Perruquet (Cervino Valtournenche; 1h,48′,59”,1/10) e all’altro cuneese Raffaele Odasso (Valle Pesio; 1h,49′,46”,9/10). Quarto Erik Mus (Corrado Gex, 1h,49′,57”,7/10),  5° Mattia Dalmasso (Valle Pesio; 2h,20’,51”,4/10. Oggi a Tromso (Norvegia) si è anche chiusa la Coppa del Mondo di sci alpinismo, con la disputa dell’Individuale. In campo maschile, dopo una gara di testa e in pratica imprendibile nella lunga salita, è stato penalizzato di 5′ per aver saltato una bandierina direzionale Manfred Reichegger, che ha così concluso all’8° posto, in 1h,38′,44”,7/10. Il migliore degli azzurri è stato il valdostano Dennis Brunod (Mont Avic), 7° in 1h,38′,41”,8/10. La gara è stata vinta dal francese William Bon Mardion, al traguardo in 1h,32′,48”,6/10. Al 26° posto l’alpino valsusino Matteo Eydallin (Centro Sportivo Esercito).

 

 

condoglianze da parte di skinews e groupednews per la morte del giovane calciatore morosini

condoglianze da parte di skinews e groupednews per la morte del giovane calciatore morosini

Rimane orfano in giovane età: nel 2001, a 15 anni, perde la madre Camilla e due anni dopo il padre Aldo. Nel 2002 si suicida il fratello disabile, e Morosini rimane solo con una sorella anch’ella disabile.[2]

Il 14 aprile 2012, al 31′ di Pescara-Livorno della 14ª giornata di ritorno del campionato diSerie B, si accascia a terra in seguito a un’improvvisa crisi cardiaca.[3] Portato in ospedale, il giocatore viene posto in coma farmacologico, dal però quale non esce, morendo alle 16:45.[4][5][6][7][8][9] La gara non viene portata a termine e successivamente la FIGC dispone il rinvio dell’intera giornata di tutti i campionati italiani;[10] la notizia ha avuto risalto in tutto il mondo.[11]

Il giorno successivo il Vicenza ha ritirato la maglia numero 25 che Morosini aveva vestito in biancorosso.[12]

Club

Inizia a giocare a calcio presso la Polisportiva Monterosso, squadra di quartiere di Bergamo. Cresciuto nelle giovanili dell’Atalanta, con la quale nei dieci anni di militanza riesce a vincere uno scudetto Allievi, nel 2005 passa in compartecipazione all’Udinesegiocando a 19 anni la prima stagione da professionista, dividendosi tra Primavera e prima squadra, nella stagione 2005-2006, con 5 presenze in Serie A. L’allenatore Serse Cosmi lo fa esordire il 23 ottobre in Udinese-Inter. Gioca anche 3 partite in Coppa Italia e una in Coppa UEFA: l’ottavo di finale Levski Sofia-Udinese. Nella stagione 2006-2007 passa alBologna, in Serie B, scendendo in campo in 16 occasioni.

Nel luglio 2007, riscattato dall’Udinese, passa al Vicenza, in Serie B. Con la squadra veneta conquista la salvezza contribuendo con 34 presenze e un gol. A fine annata il Vicenza ne riscatta la metà del cartellino, quindi gioca altre 32 partite.

Nell’estate del 2009 l’Udinese riscatta la metà per una somma pari a circa 1,5 milioni di euro.

Il 31 agosto 2009 passa in prestito alla Reggina.

Il 1º febbraio 2010 passa con la formula del prestito con diritto di riscatto della compartecipazione al Padova.[13] Il 6 febbraio debutta con i biancoscudati in Piacenza-Padova (1-0). Il 23 giugno 2010 il Padova comunica di non aver esercitato il diritto di opzione sul cartellino del giocatore.[14]

Nel gennaio del 2011 passa in prestito al Vicenza.[15]

Il 31 gennaio 2012 passa al Livorno.[16]

Nazionale

Dopo aver preso parte alle varie Nazionali giovanili, esordisce nella Nazionale Under-21 nel settembre del 2006. Fa parte del biennio 2007-2009 degli Azzurrini della squadra con cui partecipa all’Europeo Under-21 del 2009 in Svezia.

 

 

orrore a Genova;ragazzina italiana violentata ferocemente da albanese

orrore a Genova;ragazzina italiana violentata ferocemente da albanese

Genova, 8 marzo 2012 – Un trentenne albanese è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Sampierdarena per violenza sessuale aggravata su minore. L’uomo avrebbe consumato rapporti sessuali con una ragazzina genovese di 13 anni  secondo le prime informazioni raccolte dagli inquirenti.

La violenza e stupro si sarebbe consumata in Valpolcevera. La minore sotto schock in ospedale  età della ragazzina ha spinto i militari a contestare all’uomo la violenza sessuale su minore e ad arrestarlo. L’inchiesta sul caso è coordinata dal pm Gabriella Marino. I militari non hanno fornito ulteriori informazioni sulla vicenda per motivi di indagine.

Silvio Berlusconi sulle piste da sci russe con Putin ‎

Silvio Berlusconi sulle piste da sci russe con Putin ‎

Roma, 8 mar. (TMNews) – Silvio Berlusconi si è regalato una giornata sulle piste da sci russe di Krasnaja Poliana in compagnia del tandem presidenziale Vladimir Putin e Dmitri Medvedev. Durante la gita, i tre sono saliti sulle vicine montagne del Caucaso che ospiteranno i giochi olimpici invernali del 2014. Ieri invece, il neoeletto presidente russo e quello uscente hanno passato la serata con l’ex presidente del Consiglio nella dacia presidenziale a Sochi, località balneare sul Mar Nero. Lo ha raccontato a TMNews il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, che ha ribadito il carattere “privato” della visita di Berlusconi, che si tratterrà in Russia fino a domani.

La visita è l’ulteriore conferma di un’amicizia di lunga data. Putin “lo ha invitato, ci tiene”, ha sottolineato il portavoce del premier russo. Da parte sua, l’ex presidente del Consiglio italiano, in un’intervista al quotidiano Komsomolskaja Pravda, ha sostenuto che Putin è “l’uomo adatto” a reggere la Russia e che nessun altro può farlo con la stessa coerenza.

 

 

Sci: copri-tuta per atlete iraniane‎

Sci: copri-tuta per atlete iraniane‎

 

 

 

___Gressoney-Saint-Jean (Aosta) – Al posto del velo il casco e lo scaldacollo, e sopra la tuta da sci, non aderente, alcuni pantaloncini imbottiti. Nel rispetto delle prescrizione islamiche, ma anche delle norme sportive internazionali, quattro giovani atlete iraniane, di 15 e 16 anni, si sono presentate al cancelletto di partenza dello slalom speciale dei campionati mondiali studenteschi di sci, in corso a Gressoney, in Valle d’Aosta.

Pantaloncini a parte, Saina Savojl, Hadis Ahmadi, Najmeh Zalitorojeni, Sadaf Savehshemshaki non si distinguono dalle altre concorrenti provenienti da Europa e America. E alla fine portano a casa dignitosi piazzamenti tra il 33/o e 38/o posto, davanti ad atlete irlandesi, inglesi, spagnole e italiane.

La presenza della delegazione iraniana a Gressoney è improntata alla discrezione, al fair play e alle buone relazioni con le altre rappresentanze nazionali. «Essere qui significa avere l’opportunità di conoscere altri giovani, di incontrare amici già conosciuti in altri meeting sportivi», spiega Hadis Ahmadi, 15 anni, che si presenta all’intervista con il tradizionale hijab che copre il capo e il collo e vestita con tuta da ginnastica e gonnellino. Hadis è già una campionessa di sci alpino; lo scorso gennaio era a Innsbruck (Austria) alle Olimpiadi giovanili. «Ho un’amica francese conosciuta in Austria – racconta ancora Hadis – a cui sono molto legata, ci scriviamo un sacco di e-mail e qui a Gressoney ci siamo riviste».

La giovane promessa dello sci iraniano, figlia d’arte (suo padre era in Nazionale una ventina di anni fa) è una dei 400 giovani atleti, provenienti da 16 nazioni – dal Cile alla Bulgaria, dall’Irlanda al Liechtenstein – in Valle d’Aosta fino a sabato prossimo per i Mondiali studenteschi, organizzati dalla International School Sport Federation (Isf).

Gli iraniani (quattro ragazzi e quattro ragazze) arrivano quasi tutti da Dizin, una stazione sciistica a nord di Teheran, sui monti Elburz, e provengono da una selezione tra i migliori allievi delle scuole di sci locali. Con loro ci sono tre tecnici, un capo delegazione e un addetto alla sicurezza.

Zahra Kalhor, 33 anni, abbronzatura da maestra di sci sotto un elegante foulard a fiori usato come velo, è l’allenatrice della squadra femminile, con un passato d’atleta. Anche la sua è una famiglia di sportivi: ancora prima della Rivoluzione islamica del 1979, suo padre ha scritto pagine importanti della storia dello sci iraniano, partecipando nel 1976, alle Olimpiadi invernali di Innsbruck. «Lo sport apre le frontiere – dice – consente di conoscere il mondo, altre realtà, fare confronti». Dunque, nessuna restrizione nei contatti con le altre delegazioni? «E perché mai dovrebbero esserci limitazioni?», replica Zahra.

Eppure, sul fatto che quella iraniana non sia una presenza come tutte le altre, qualche indizio c’è. È l’unica squadra che ha preteso un albergo separato dagli altri Paesi, sorvegliato con discrezione anche dalla polizia italiana, a tutela della tranquillità e della sicurezza dei ragazzi. «A noi interessa solo stabilire delle buone relazioni con tutti gli altri, secondo i valori sportivi stabiliti dall’Isf a cui aderiamo», taglia corto Mohammadi Zabihallah, capo della delegazione. «La competizione sportiva è solo un aspetto di questi eventi – prosegue i dirigente sportivo – certo, se l’Iran, che è tradizionalmente un outsider in queste discipline, vincesse qualche medaglia ne saremo felicissimi e renderemmo orgoglioso il nostro Paese».

su rai tre “chi la visto” si attesta che a ramazzo luca rosi vittima di banda albanesi

su rai tre “chi la visto” si attesta che a ramazzo luca rosi vittima di banda albanesi

La rivelazione in una telefonata a ” Chi l’ha visto? ”
E’ già al vaglio degli inqiuirenti la segnalazione pervenuta questa sera a ” Chi l’ha visto? ” la trasmissione di Rai3 condotta da Federica Sciarelli.

Un abitante di Ramazzano, dopo aver visto in video alcune foto segnaletiche di un pregiudicato albanese responsabile di alcune rapine, ha telefonato alla redazione della trasmissione affermando di riconoscere quell’individuo nella persona vista, circa un mese fa, in un bar di Ramazzano.

Si tratta di Altin Hoxha, albanese di 28 anni, evaso dal carcere di Regina Coeli lo scorso 14 gennaio. Hoxha ha già compiuto numerose rapine in ville nella provincia di Perugia. Lo scorso anno era stato riconosciuto da Serse Cosmi, l’attuale allenatore del Lecce, come uno dei rapinatori che lo aveva aggredito, insieme alla sua famiglia, nella villa di Brufa. In totale sono una decina i colpi che gli inquirenti hanno attribuito alla banda di Hoxha. Che, per il colore chiaro dei suoi occhi, è conosciuto anche come ” occhi di ghiaccio ” . Nella rapina di Ramazzano è stato ucciso Luca Rosi, bancario di 38 anni, sotto mgli occhi della madre, della fidanzata e di suo nipote. I funerali di Rosi si svolgeranno oggi, giovedi 8 marzo, alle ore 15

Sci alpino: super g. vince Jansrud, Innerhofer 16/mo‎

Sci alpino: super g. vince Jansrud, Innerhofer 16/mo‎

SCI, RISULTATI DEL GIGANTE FEMMINILE A OFTERSCHWANG (GER) E DELLA DISCESA LIBERA MASCHILE A KVITFJELL (NOR) – Giornata molto importante, quella di oggi, per lo sci mondiale: la fine delle stagioni delle Coppe del Mondo maschile e femminile si sta avvicinando, e con essa tutti i verdetti. L’equilibrio è fortissimo soprattutto tra gli uomini, e per questo motivo partiamo con la nostra cronaca dalla discesa libera di Kvitfjell (Norvegia), sulla pista olimpica di Lillehammer 1994. L’attenzione era soprattutto per il giovane svizzero Beat Feuz, che doveva sfruttare questa gara per allungare in classifica sul suo rivale per la Coppa del Mondo generale, l’altro giovane fenomeno (ma delle discipline tecniche) dello sci mondiale, l’austriaco Marcel Hirscher. Obiettivo centrato con un buonissimo quarto posto che porta a Feuz 50 punti, ed ora il vantaggio è salito a 55 lunghezze: 1190 punti per Feuz e 1135 per Hirscher. Può comunque sorridere anche l’Austria, perchè la gara è stata vinta da Klaus Kroell (col tempo di 1’45”76), che aveva vinto già ieri in super-G (proprio ex-aequo con Feuz) e che con questa vittoria balza in testa alla classifica di specialità della discesa – che in Austria è sempre importantissima – con 569 punti, proprio davanti a due svizzeri, l’oggi deludente Cuche (521) e lo stesso Feuz (518). Continuando questa nostra analisi per nazioni, possono certamente essere contenti anche i padroni di casa norvegesi, che piazzano Kjetil Jansrud e Aksel Lund Svindal sul podio di fianco a Kroell, anche se Jansrud sarà certamente deluso per aver perso la gara di soli 2/100, anche perchè già ieri il suo terzo posto fu questione di centesimi. Sorride certamente più di ieri anche l’Italia, che può esibire l’ottimo quinto posto di Dominik Paris e dei miglioramenti anche per i big in difficoltà, Peter Fill (undicesimo) e Christof Innerhofer (quattordicesimo). Davvero positivo, poi, è il quindicesimo posto colto da Siegmar Klotz. Spostandoci ad Ofterschwang (Germania), per il secondo slalom gigante femminile consecutivo, oggi l’Italia non ha trovato acuti, ma come al solito si è dimostrata squadra davvero completa in questa specialità: sei delle ventiquattro ragazze che sono riuscite a concludere la gara (nella seconda manche c’erano 12°, condizioni difficili per gareggiare) sono italiane.