montagne della vrancea:secondo sismologi entro il 2012 scossa del 8 grado richter
in Romania sono registrate ogni giorno almeno 2-3 terremoti e, in futuro, il nostro paese sarà colpita da un terremoto di grande magnitudo. Ci sono alcuni che dicono che il 2012 è catastrofico per noi e avrà un terremoto di oltre 7 gradi della scala Richter. Mircea Radulian, direttore scientifico del INFP dire per un terremoto di tale “dovremmo essere pronti per tutto il tempo” e che, a causa zona Vrancea è molto attivo.
Un terremoto di magnitudo superiore a 7 gradi della scala Richter farebbe molto di un relitto Bucarest. Secondo i dati ufficiali, 264 edifici nella capitale, potrebbe scendere al prossimo terremoto, il rischio sismico nella categoria I.
Mircea Radulian, direttore dell’Istituto Nazionale per la Fisica della Terra, ha detto che è sempre possibile fare con un terremoto, ma il 2012 è niente di speciale in questo senso. I grandi terremoti sono eventi rari e la probabilità di un tale evento nel 2012 è ancora molto piccolo.
“Potrebbe arrivare un grande terremoto nel 2012. Non nego, ma il 2012 non ha nulla di speciale. Si potrebbe anche non venire, ma dobbiamo essere pronti per tutto il tempo. Ogni volta che abbiamo un terremoto, e in due minuti. Il fatto è che la zona di Vrancea sismica è tettonicamente attiva e impegnata, e che non possiamo trascurare “, ha detto Radulian.
Istituto regista dice che un sistema come quello di Vrancea, anche mentre li carica raggiunge una soglia critica prima che il cuscinetto a fallire.
“Le forze accumulate diventano molto grandi, ma sono distribuiti in un volume relativamente grande che può durare più a lungo a colpo sicuro. Stato viene raggiunto zone di resistenza critici sono pronti a crollare e provocare fratture iniziazione maggiore. E ‘impossibile dire quando raggiungono questa soglia critica. Vrancea zona è sempre attiva, che è un’indicazione che si è ancora caricata tettonica “, ha aggiunto il professor.
Decine di bassa intensità terremoti sono stati registrati negli ultimi mesi in Vrancea e, purtroppo, i loro effetti si vedranno nel tempo. “Terremoti di piccola e moderata sono registrati in Vrancea colpiscono frequentemente piccole aree e bassa resistenza. Aree ad alta resistenza sono come i pilastri che dà molto più difficile (una o due volte per secolo). Tuttavia, con il tempo, il sistema di resistenza si concentra su questi pilastri, che inevitabilmente non riescono a un certo punto. Non possiamo sapere come questi pilastri in grado di sopportare “, ha detto Radulian.
Dichiarazione che l’anno 2012 è segnato da un terremoto di magnitudo superiore a 7 sulla scala Richter è stata fatta da George Purcaru, capo della Commissione europea Sismologia. Essa ha affermato qualche tempo fa in Romania TV che il nostro paese sarà colpita da un terremoto in un prossimo futuro.
“Il terremoto si verificherà. E ‘mia convinzione, dopo che i dati che abbiamo, è il mio parere. Terremoto nel nostro paese non sarà l’entità di grandi dimensioni sarà 6,3-7,1 della scala Richter. Lo scenario peggiore è che si svolgerà in qualsiasi momento, nel 2012-2013, “, ha detto Purcaru.
Transilvania:in fortissimo sviluppo agricoltura ed energia grazie agli investimenti
film-documentario sul doping,sci di fondo e non solo
“Sinivalkoinen valhe”, tradotto “La menzogna bianco blu” è il titolo del film-documentario diretto da Arto Halonen che uscirà nei cinema finlandesi venerdì 5 ottobre. La pellicola, presentata recentemente durante una conferenza stampa, ripercorre la storia dell’uso di doping nello sci di fondo e non solo.A pochi mesi dalla vicenda che ha visto protagonista Alex Schwazer durante le Olimpiadi di Londra, il doping si riporta in casa azzurra. Il docufilm riporta infatti testimonianze e accuse di doping per quanto riguarda campioni olimpici, mondiali ed europei.
Le accuse più pesanti sono state rivolte alla sciatrice azzurra, Manuela Di Centa, vincitrice di ben sette medaglie olimpiche. A puntare il dito contro la Di Centa è stato Sandro Donati, consulente Wada (World Anti-Doping Agency), spiegando: “Secondo un’indagine di polizia effettuata nel Centro di studi biomedici di Ferrara una decina di anni fa si sarebbe appurato che Manuela Di Centa è uno dei 33 atleti indagati che sicuramente hanno fatto uso di Epo”, in quel fascicolo c’erano anche Pantani, Fauner (attuale ct del fondo), De Zolt, Albarello, Fondriest, Chiappucci.
Il documentario propone anche interviste all’ex fondista italiano Giuseppe Puliè che afferma che la squadra italiana di sci di fondo, diretta prima da Saderhaju (inizio anni ’80) e poi da Pukkinen (dal 1984 al 1990) avrebbe fatto largo uso di auto-emotrasfusioni almeno fino al 1988 nonostante la pratica fosse stata dichiarata illegale dal 1985. Vi sono inoltre dichiarazioni dell’ex fondista Silvano Barco, già pentito di aver ricorso proprio a queste pratiche, che ha ribadito la sua estraneità all’utilizzo di Epo. Si attendono le dichiarazioni del presidente del Coni, Gianni Petrucci.
Il fenomeno “doping” è un problema che riguarda non solo l’etica sportiva ma anche la salute pubblica. Scientificamente “Costituiscono doping la somministrazione o l’assunzione di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive o l’adozione o la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti”, è quanto cita l’art.1 della Legge 14 dicembre 200, n°376.
In italia il doping è un reato penale, punito fino a tre anni di reclusione, che possono diventare di più se ad essere introdotto ad assumere sostanze vietate è un minorenne o se a distribuire le sostanze è un dipendente del Coni. Fino a poco tempo fa il doping riguardava esclusivamente il mondo dello sport professionistico. Studi recenti mettono in luce che un numero crescente di sportivi dilettanti ricorrono all’uso di farmaci e, tra questi, elevatissimo è il numero di ragazzi.
Inoltre, tutti conosciamo sommariamente quali sono gli effetti sulle performance sportive, quanti ne conoscono gli effetti collaterali? Il doping non solo rende i fruitori più sensibili a diagnosi di tumore epatico e leucemia ma ha prodotto anche una malattia molto rara: il morbo di Lou Gerich (sclerosi emiotrofica dei neuroni motori) – dal nome del campione di baseball che ne fu colpito a morte.
Il film dunque, non è solo una denuncia ma anche un modo per dire “Niente doping, solo sport”, come recitava lo slogan dell’ultimo Giro d’Italia e, parafrasando lo scrittore americano Emerson “cerchiamo moltitudini, non cerchiamo steroidi”.
Transilvania:risoluzione schock del consiglio d’europa”la russia è obbligata a restituire l’oro rubato alla romania
il consiglio d europa (parlamento)ha adottato il Martedì una risoluzione sul rispetto da parte della Russia degli obblighi e degli impegni verso il Consiglio d’Europa. In ciò sono ricorso a Mosca per proseguire i negoziati per la restituzione dei beni culturali e oro sequestrati. PACE Plenum (Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa) ha adottato due emendamenti proposti dal senatore Viorel Badea il progetto di risoluzione del rapporto. Secondo le proposte del senatore romano del pdl (destra) approvato dai membri della risoluzione dell’Assemblea chiede continui negoziati bilaterali al fine di individuare una possibile soluzione volta a restituire attraverso la negoziazione diretta, beni culturali e altri beni ai paesi interessati, tra cui la Romania Tesoro temporaneamente trasferito a Mosca durante la prima guerra mondiale, secondo un comunicato rilasciato dal senatore Badea, membro della delegazione rumena a PACE “Il voto. è una vittoria per la delegazione rumena, mentre il Consiglio di plenaria dell’Assemblea parlamentare ha evidenziato per la prima volta in modo esplicito, la necessità che la Federazione russa per risolvere rapidamente tutti gli aspetti dei rendimenti, proprietà e valori culturali abusivamente confiscati dagli Stati membri, a seguito di che, sotto il secondo emendamento presentato se non soddisfa pienamente tali obblighi, la Federazione russa continuerà ad essere monitorato dal Consiglio d’Europa “, ha sostenuto Badea.
con questa risoluzione votata a larghissima maggioranza dal dall assemblea parlamentare del consiglio d europa la romania ha decisamente sempre piu vicina la totale restituzione dei tesori come ingenti quantita di oro argento per un valore che va oltre i 10 miliardi di euro piu le varie opere artistiche e culturali,percio la romania con questo valore potrebbe far ripartire l economia del paese neolatino
Valanga sull’Himalaya, morto l’alpinista Alberto Magliano
ROMA –
Almeno 13 alpinisti, fra cui un italiano, sono morti sul monte Manaslu in Nepal in seguito a una valanga che ha travolto il campo tre e parte del campo 2. La vittima, 67 anni, si chiamava Alberto Magliano. Alpinista non professionista ma di larga esperienza, si trovava in quota con altri due italiani, Silvio Gnaro Mondinelli, Christian Gobbi. “Siamo stati travolti dalla valanga” racconta Mondinelli “ha portato via una trentina di tende – spiega – mentre dormivamo. Abbiamo perso due nostri compagni: uno sherpa e un nostro compagno di Milano. La montagna è fatta così. Eravamo in un posto tranquillo – ha aggiunto – abbiamo contato 12 corpi estratti dalle tende, ma forse ce ne sono ancora sotto. L’elicottero non può più volare, perché sopra è nuvoloso per cui le ricerche riprenderanno domani. I corpi verranno portati a Kathmandu”.
Magliano è noto per essere stato il primo alpinista non professionista ad aver conquistato le ‘seven summits’, le vette più alte di ogni continente. Il Manaslu è l’ottava montagna più alta del mondo (8.163 metri) e si trova nella catena montuosa dell’Himalaya. “Perché scalare una montagna? Perché è lì”, era una delle citazioni preferite di Magliano, che prendeva a prestito le parole di George Leigh Mallory, precursore del moderno himalaysmo.
Chi era Alberto Magliano
“Il luogo della libertà. Libertà da tutto ciò che ci vincola, ci impedisce, ci limita, ci trattiene in basso”. La montagna in due frasi per Alberto Magliano, 67 anni, triestino di nascita e milanese d’adozione, morto all’alba di oggi sotto una valanga alle pendici del Manaslu, uno dei giganti himalayani.
Diploma di liceo classico, laurea in giurisprudenza, prima dirigente d’azienda e poi consulente, un ‘letterato’ che a 36 anni era stato travolto dalla passione per l’aria sottile e non è più riuscito a farne a meno. Tanto da diventare il secondo alpinista italiano (dopo Reinhold Messner) ad aver scalato le Seven summits, ovvero le cime più alte di ogni continente. “L’alpinismo è una straordinaria attività di vita – scriveva sul suo sito – molto più di uno sport, ma nulla a che vedere con un lavoro: un modo di vivere, forse addirittura una visione del mondo”.
L’esordio sulla roccia della Valmalenco, poi le Alpi centrali e le Dolomiti, le grandi classiche del Monte Bianco. Dal 1994 la passione per l’alta quota, inarrestabile, ha preso il sopravvento. Nemmeno gli insuccessi iniziali (McKinley, Dhaulagiri, Shisha Pangma, Cho Oyu) lo fermano. La corsa inizia nel 1998 con la cima, in solitaria, dell’Aconcagua. Nel 2002 è la volta dell’Everest, al terzo tentativo. “Mi sono sempre considerato un ‘conquistatore dell’inutile – sottolineava – in cui la vacuità dell’oggetto e il disinteresse del soggetto sono clamorosamente compensati dalla faticosa realtà della conquista”.
Il 22 giugno 2003 Alberto Magliano piantava i ramponi sui 6.195 metri della vetta del McKinley, coronando il sogno delle Seven summits. “Le più alte cime del pianeta hanno stimolato la mia concezione dell’alpinismo come gioco e la possibilità di sfatare un mito: dimostrare che anche una persona assolutamente normale, che ha trascorso la propria vita svolgendo un’attività lavorativa del tutto sedentaria, se spinta dalle giuste motivazioni è in grado di scalare queste montagne e di provare quelle indescrivibili sensazioni che comunemente si pensa siano monopolio di pochi eletti”.
La corsa non si è fermata, ormai il ‘virus’ era in circolo. “Credo si tratti di qualcosa di simile al mal d’Africa – spiegava – quelle valli, quella gente, quelle montagne ti prendono il cuore, esercitano uno straordinario richiamo”. Nuove avventure tra Nepal e Pakistan. Nel 2009 era al Manaslu – la ‘montagna dello spirito’ – quando un compagno di cordata, il trentino Giuseppe Antonelli, morì per un edema polmonare. Poi la fatale decisione di tornarci. Lascia la moglie e la figlia Silvia, che solo ieri lo aveva fatto diventare nonno.
L’amico Confortola: “Colpa di un seracco”
Magliano era “una persona molto colta”, è il ricordo di Marco Confortola, alpinista italiano che si trova al campo base sul Manaslu. “Frequentava – racconta – la montagna spesso con le guide alpine. Era già stato sull’Himalaya molte volte”. “Questa valaganga – sottolinea Confortola – non è da imputare agli alpinisti. È stato un seracco a staccarsi e questa valanga purtroppo ha coinvolto il campo 3. Bisogna stare attenti a dare colpe a persone che non hanno colpe. Sicuramente in tutti gli sport abbastanza estremi c’è un rischio”. Il seracco è un crepaccio che si forma nel ghiaccio, lasciando un vuoto scarsamente visibile sotto il livello della neve, che provoca squilibri e causa a volte valanghe.
Montagne altoatesine cresciute 14 cm in 50 anni
BOLZANO – Le montagne altoatesine sono cresciute di 14 cm negli ultimi 50 anni. Questo dato e’ stato presentato in occasione del collegamento delle linee altimetriche della val Passiria in Alto Adige e della valle dell’Oetz in Austria.
Il collegamento, come spiega l’assessore provinciale competente Hans Berger, rientra in una serie di interventi posti in essere dalla ripartizione Libro fondiario, Catasto fondiario e urbano della Provincia per rendere piu’ dettagliata la rete altimetrica di riferimento e per raccordarla ai Paesi vicini ed in tal modo avere una mappatura piu’ precisa e definita. La migliore conoscenza dell’andamento altimetrico in Alto Adige, inoltre, rendera’ possibile in futuro l’esecuzione di rilievi altimetrici di dettaglio tramite Gps e ridurra’ notevolmente il costo di tali rilievi.
i prezzi dei carburanti nella UE l’Italia la piu cara,mentre Romania la piu economica
Il triste primato italiano e’ evidenziato da un’analisi del Centro Studi Promotor GL events sulla base di dati della Commissione Europea aggiornati al primo settembre. Nel nostro Paese il prezzo della benzina supera di ben 27,4 centesimi la media europea e la differenza è dovuta ‘esclusivamente al fisco’. Infatti il differenziale di prezzo con la media europea e’ costituito per 23,5 centesimi da una maggiore tassazione e per 3,9 centesimi da un maggior prezzo industriale rispetto alla media.
L’Italia, con un prezzo medio alla pompa di 1,870 euro al litro, si aggiudica il record europeo per il caro-benzina, mentre il pieno piu’ conveniente si fa in Romania, dove la benzina costa 1,000 euro al litro.
Il triste primato italiano e’ evidenziato da un’analisi del Centro Studi Promotor GL events sulla base di dati della Commissione Europea aggiornati al primo settembre. Nel nostro Paese il prezzo della benzina supera di ben 27,4 centesimi la media europea e la differenza – precisa il Csp – è dovuta “esclusivamente al fisco”. Infatti il differenziale di prezzo con la media europea e’ costituito per 23,5 centesimi da una maggiore tassazione e per 3,9 centesimi da un maggior prezzo industriale rispetto alla media. Prezzi alti anche per il gasolio dove l’Italia detiene il terzo posto per i rincari dopo Regno Unito e Svezia. In questo caso, precisa il Csp, le responsabilità del fisco sono ancora maggiori. Infatti, il prezzo medio italiano rilevato dalla Commissione Ue in settembre si discosta dalla media europea di ben 30,2 centesimi. Per la componente fiscale lo scarto sulla media europea è di 34,9 centesimi, mentre il prezzo industriale italiano è inferiore alla media di 4,7 centesimi. Per rifornirsi di benzina a meno prezzo, quindi, gli automobilisti italiani dovrebbero recarsi nell’Europa dell’Est.
Oltre che in Romania, infatti, il risparmio per un pieno sarebbe notevole anche in Bulgaria (a 1,336 euro al litro), oppure in Polonia (a 1,430). Piu’ care invece la Repubblica Ceca (1,531), Slovenia e Ungheria (1,562) e Slovacchia (1,582). In Europa occidentale il pieno a piu’ basso costo si fa in Lussemburgo (1,454), in Spagna (1,513) o in Austria (1,520). Piu’ convenienti dell’Italia anche la Francia (1,648), il Regno Unito (1,730), e la Germania (1,750). Nella ‘top five’ del caro-benzina, guidato dall’Italia, compaiono anche la Svezia (1,862), al secondo posto, la Grecia (1,838) al terzo, l’Olanda (1,808) al quarto e la Danimarca (1,782) al quinto.
Per il pieno di gasolio, invece, il paese piu’ caro in Europa e’ il Regno Unito (1,794 euro al litro), prima di Svezia (1,789) e Italia. Seguono la Grecia (1,597) e la Finlandia (1,582).
Nell’Europa dell’Est il prezzo piu’ alto si trova in Ungheria (1,566), dove il gasolio costa piu’ che in Germania (1,561), in Francia (1,459) e in Spagna (1,423). Il gasolio piu’ conveniente d’Europa, invece, si trova nel Lussemburgo (1,320).
Transilvania:il misterioso fenomeno delle rocce viventi
Nonostante l’umanità si sforzi di cercare la vita extraterrestre nello spazio, la Terra rimane il luogo più “alieno” con il quale abbiamo a che fare. Tra i numerosi, affascinanti misteri della natura, uno tra i più incredibili è quello delle “Rocce Viventi”!
E’ difficile immaginare una roccia capace di crescere, soprattutto perché associamo il fenomeno della crescita agli organismi appartenenti al regno vegetale e a quello animale, non certo al regno minerale.
In Romania, a circa 35 km da Ramnicu Valcea, si trova uno dei più interessanti musei della romania, una riserva naturale trasformata in un museo a cielo aperto, il Muzeul Trovantilor. Le esposizioni mostrano una raccolta di pietre molto strane e misteriose chiamate “trovants“. Queste straordinarie rocce sembrano essere state scolpite da uno scultore molto abile.
La particolarità di queste pietre è che possono essere considerate “vive“, nel senso che quando entrano in contatto con l’acqua, sono capaci di riprodursi e di crescere, proprio come un essere vivente biologico. Dopo uno pioggia molto intensa, i trovants partendo da strutture di 6-8 millimetri, possono arrivare a formare rocce fino a 6-10 metri di diametro. Inoltre, come accade per le rocce della Death Valley in California, i trovants sono capaci di spostarsi da un luogo all’altro. Un vero rompicapo per gli scienziati!
Argenta:referendum per diventare parte della romagna,la pianura emiliana non attira più
Il Sindaco di Argenta ha nascosto la verità al Consiglio Comunale. Si tratta di un atteggiamento gravemente offensivo che ormai non mi sorprende più di tanto e che tuttavia risulta inaccettabile e merita la condanna più netta.
Nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale, ho presentato una interrogazione sul prossimo riassetto dei territori Provinciali, chiedendo che sul tema si proceda a consultare i cittadini, anche in vista di una possibile adesione di Argenta alla costituenda grande Provincia di Romagna. Il Sindaco, specificando che mancano ancora disposizioni precise, mi ha invitata a riproporre la questione con una mozione, affermando comunque che “la discussione deve avvenire in Consiglio”.
Egli si è invece guardato bene dal rivelare che per il giorno successivo era già fissata in Provincia una riunione nella quale i Sindaci erano chiamati ad esprimere la loro posizione. Alla fine, Fiorentini si è espresso a favore del mantenimento della Provincia di Ferrara, senza consultare alcuno e decidendo da solo per l’intera cittadinanza Argentana.
La mia opinione è che la storica debolezza di Ferrara non potrà che aggravarsi, in un quadro di aggregazioni fra territori che già oggi si presentano notevolmente più forti dal punto di vista economico. La nascita di due grandi Province, la prima da Modena a Piacenza e la seconda da Ravenna a Rimini, lungi dal costituire unicamente una minaccia, al contrario apre nuove possibilità per quelle comunità che intendono ragionare in termini di interesse comune e non di salvataggio di poche poltrone.
Tutti concordano sul fatto che un peso sempre maggiore sarà rivestito dalle Unioni di Comuni. Ebbene, Argenta confina con l’Unione della Bassa Romagna, una fra le prime in Italia, alla quale già ci legano numerosi tratti comuni e nel cui ambito potremmo trovare un tessuto di imprese più ricco ed articolato, con tutto il corredo di opportunità che ne consegue. Il provvedimento governativo di riduzione delle Province ci offre dunque la possibilità di operare una scelta: restare legati ad una condizione di minorità oppure, al contrario, ricercare migliori opportunità di sviluppo, soprattutto per i nostri giovani. Quello che però non si discute è che su una decisione di questa importanza, che influirà sulle generazioni future, deve potersi esprimere la volontà popolare, attraverso un referendum indetto nel territorio comunale.
Fiorentini è semplicemente il Sindaco e mi dispiace informarlo del fatto che egli ha l’obbligo di misurarsi con una volontà superiore alla sua, quella popolare. Senza questa elementare consapevolezza, visto che ad Argenta siamo in Fiera, è facile prevedere che un Sindaco troppo pieno di sé rischia la fine dei quei tanti palloncini che finiscono ogni giorno fra le nuvole.
Gabriella Azzalli, capogruppo di Argenta Rinnovamento