Sci alpinismo: riparte la stagione della squadra Alpi Centrali
Comunicato Stampa Comitato Regionale Alpi Centrali del 15 ottobre 2012
E’ fissato per giovedì 18 ottobre alle 20,30 presso la sede del comitato provinciale della FISI di Bergamo il primo incontro fra i responsabili del Comitato Regionale FISI Alpi Centrali dello sci alpinismo e gli sci club per parlare della prossima stagione. L’incontro di giovedì rappresenta il primo atto della nuova avventura. Si tratta di incontro aperto a tutte le società “in cui cercheremo di darci un organizzazione per la nuova stagione” commenta Ermanno Cattaneo responsabile del settore alpinismo del Comitato FISI Alpi Centrali. In discussione anche le ultime modifiche ai calendari regionali, che dovranno tenere conto degli impegni già decisi a livello nazionale e di Coppa Italia. Certa una tappa di Coppa del Mondo che si svolgerà a Clusone, così come i Campionati Italiani Vertical ed a Staffetta che saranno ospitati a Caspoggio. Infine, a livello giovanile, Premana ospiterà il Campionato Italianao Giovanile. Da un punto di vista agonistico, invece, è stato programmato per il primo fine settimana di novembre un raduno collettivo nazionale, a cui prenderanno parte anche i ragazzi della squadra regionale del Comitato Alpi Centrali. “In tutto pensiamo di convocare sette – otto ragazzi, commenta Angelo Gianola responsabile regionale del settore per il comitato – visto che molti dei nostri ragazzi sono molto giovani.”
montagne della vrancea:secondo sismologi entro il 2012 scossa del 8 grado richter
in Romania sono registrate ogni giorno almeno 2-3 terremoti e, in futuro, il nostro paese sarà colpita da un terremoto di grande magnitudo. Ci sono alcuni che dicono che il 2012 è catastrofico per noi e avrà un terremoto di oltre 7 gradi della scala Richter. Mircea Radulian, direttore scientifico del INFP dire per un terremoto di tale “dovremmo essere pronti per tutto il tempo” e che, a causa zona Vrancea è molto attivo.
Un terremoto di magnitudo superiore a 7 gradi della scala Richter farebbe molto di un relitto Bucarest. Secondo i dati ufficiali, 264 edifici nella capitale, potrebbe scendere al prossimo terremoto, il rischio sismico nella categoria I.
Mircea Radulian, direttore dell’Istituto Nazionale per la Fisica della Terra, ha detto che è sempre possibile fare con un terremoto, ma il 2012 è niente di speciale in questo senso. I grandi terremoti sono eventi rari e la probabilità di un tale evento nel 2012 è ancora molto piccolo.
“Potrebbe arrivare un grande terremoto nel 2012. Non nego, ma il 2012 non ha nulla di speciale. Si potrebbe anche non venire, ma dobbiamo essere pronti per tutto il tempo. Ogni volta che abbiamo un terremoto, e in due minuti. Il fatto è che la zona di Vrancea sismica è tettonicamente attiva e impegnata, e che non possiamo trascurare “, ha detto Radulian.
Istituto regista dice che un sistema come quello di Vrancea, anche mentre li carica raggiunge una soglia critica prima che il cuscinetto a fallire.
“Le forze accumulate diventano molto grandi, ma sono distribuiti in un volume relativamente grande che può durare più a lungo a colpo sicuro. Stato viene raggiunto zone di resistenza critici sono pronti a crollare e provocare fratture iniziazione maggiore. E ‘impossibile dire quando raggiungono questa soglia critica. Vrancea zona è sempre attiva, che è un’indicazione che si è ancora caricata tettonica “, ha aggiunto il professor.
Decine di bassa intensità terremoti sono stati registrati negli ultimi mesi in Vrancea e, purtroppo, i loro effetti si vedranno nel tempo. “Terremoti di piccola e moderata sono registrati in Vrancea colpiscono frequentemente piccole aree e bassa resistenza. Aree ad alta resistenza sono come i pilastri che dà molto più difficile (una o due volte per secolo). Tuttavia, con il tempo, il sistema di resistenza si concentra su questi pilastri, che inevitabilmente non riescono a un certo punto. Non possiamo sapere come questi pilastri in grado di sopportare “, ha detto Radulian.
Dichiarazione che l’anno 2012 è segnato da un terremoto di magnitudo superiore a 7 sulla scala Richter è stata fatta da George Purcaru, capo della Commissione europea Sismologia. Essa ha affermato qualche tempo fa in Romania TV che il nostro paese sarà colpita da un terremoto in un prossimo futuro.
“Il terremoto si verificherà. E ‘mia convinzione, dopo che i dati che abbiamo, è il mio parere. Terremoto nel nostro paese non sarà l’entità di grandi dimensioni sarà 6,3-7,1 della scala Richter. Lo scenario peggiore è che si svolgerà in qualsiasi momento, nel 2012-2013, “, ha detto Purcaru.
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Snowboard: il comitato Alpi Centrali investe sui giovani
Comunicato stampa Comitato FISI Alpi Centrali
Tempo di lavoro a secco per la formazione dello snowboard del Comitato Regionale FISI Alpi Centrali. In questi giorni l’allenatore della squadra regionale, Fabio Lazzaroni, ha convocato tutti gli otto ragazzi per una serie di test atletici a Colere. “Dopo la belle performance dello scorso anno con Michela e con Sofia che quest’anno, meritatamente, sono passate rispettivamente in squadra A e B, abbiamo deciso di investire sui giovani” commenta l’allenatore della squadra del Comitato Alpi Centrali. “Abbiamo ragazzi molto giovani – prosegue Lazzaroni – su cui occorre investire nel medio e lungo periodo. Abbiamo diversi ragazzi classe 1998 e due ragazzi classe 1997 da far crescere. Alcuni di essi, come ad esempio i fratelli Bolzer, possono essere delle promesse per il futuro, ma il nostro lavoro sarà improntato sulla crescita omogenea di tutto il gruppo.” La formazione allenata da Fabio Lazzaroni, inoltre, può contare sull’apporto di Michela Moioli e di Sofia Belingeri che, nelle pause fra un ritiro e l’altro della squadra nazionale, si allenano con la formazione regionale. Dopo il raduno di Colere, la squadra di Lazzaroni, si ritroverà la prossima settimana a Ponte di Legno per un altro raduno atletico. Qui di seguito l’elenco dei ragazzi membri della squadra di snowboard del Comitato FISI Alpi Centrali
Squadra maschile
Thomas Belingheri 1997
Giona Bolzer 1995
Squadra femminile
Elisa Bolzer 1995
Osservati
Davide Belingheri 1998
Stefano Bendotti 1998
Marco Mandrini 1998
Michele Taddei 1998
Sci alpino Alpi Centrali: la squadra al lavoro sullo Stelvio
Comitato Regionale FISI Alpi Centrali – del 2 ottobre
Prosegue senza soste la preparazione dei ragazzi membri della squadra del Comitato Regionale Alpi Centrali di sci alpino. Agli ordini degli allenatori Elio Presazzi e Simone Stiletto, tutto il gruppo, compresi 4 atleti osservati, saranno in ritiro sulle nevi dello Stelvio sino al prossimo 7 ottobre . Il programma di lavoro sarà incentrato prevalentemente slalom gigante. I 4 “osservati” sono: Andrea Provera, sci club Domobianca e Stefano Zucchi, sci club Gogi per il settore maschile, mentre in campo femminile le 2 atlete convocate sono Alice Prati, sci club Antigiorio e Elisa Bazzi Bianchi dello sci club Medesimo. “Dopo aver lavorato tanto in slalom speciale – ha detto Elio Presazzi allenatore della squadra femminile – durante lo scorso raduno al capannone di Amneville in Francia abbiamo deciso di impostare questo raduno lavorando sui pali larghi. I ragazzi sono molto uniti e sono coscienti del lavoro che stanno facendo in vista della prossima stagione.” I due allenatori imposteranno il lavoro su due sessioni, una al mattino ed una al pomeriggio, se il meteo lo consentirà.
AC: lo sci da fondo scalda i motori
Comitato Regionale FISI Alpi Centrali – comunicato stampa del 2 ottobre
Lo sci di fondo targato Comitato Alpi Centrali scalda i motori in vista della prossima stagione degli sci stretti. Dopo i test atletici dello scorso mese di settembre, Aurelio Martinelli allenatore della squadra regionale ha reso noto il programma di avvicinamento alla prossima stagione. i comincia il 12 ottobre con un ritiro al ghiacciaio del Passo dello Stelvio con tutta la squadra regionale. Il collettivo è stato programmato per 3 giorni. A questo ne seguirà un altro in programma ad inizio novembre della durata di 5 giorni. Il terzo sarà a fine novembre, presumibilmente da lunedì 27 per la durata di sette giorni. “Il gruppo è coeso, ma molto giovane – dice l’allenatore Aurelio Martinelli – ed occorre lavorare molto. La squadra è infatti composta per la maggior parte da ragazzi aspiranti pertanto il nostro lavoro è finalizzato alla loro crescita.” Martinelli ne è consapevole e per questo chiede anche la collaborazione a tutti gli sci club che gravitano nell’universo del Comitato Alpi Centrali “perché solo lavorando insieme – ha concluso l’allenatore degli sci stretti – possiamo far crescere il nostro gruppo. Alcuni possibili talenti ci sono e per questo meritano l’attenzione di tutti i soggetti che gravitano attorno alla nostra disciplina.”
film-documentario sul doping,sci di fondo e non solo
“Sinivalkoinen valhe”, tradotto “La menzogna bianco blu” è il titolo del film-documentario diretto da Arto Halonen che uscirà nei cinema finlandesi venerdì 5 ottobre. La pellicola, presentata recentemente durante una conferenza stampa, ripercorre la storia dell’uso di doping nello sci di fondo e non solo.A pochi mesi dalla vicenda che ha visto protagonista Alex Schwazer durante le Olimpiadi di Londra, il doping si riporta in casa azzurra. Il docufilm riporta infatti testimonianze e accuse di doping per quanto riguarda campioni olimpici, mondiali ed europei.
Le accuse più pesanti sono state rivolte alla sciatrice azzurra, Manuela Di Centa, vincitrice di ben sette medaglie olimpiche. A puntare il dito contro la Di Centa è stato Sandro Donati, consulente Wada (World Anti-Doping Agency), spiegando: “Secondo un’indagine di polizia effettuata nel Centro di studi biomedici di Ferrara una decina di anni fa si sarebbe appurato che Manuela Di Centa è uno dei 33 atleti indagati che sicuramente hanno fatto uso di Epo”, in quel fascicolo c’erano anche Pantani, Fauner (attuale ct del fondo), De Zolt, Albarello, Fondriest, Chiappucci.
Il documentario propone anche interviste all’ex fondista italiano Giuseppe Puliè che afferma che la squadra italiana di sci di fondo, diretta prima da Saderhaju (inizio anni ’80) e poi da Pukkinen (dal 1984 al 1990) avrebbe fatto largo uso di auto-emotrasfusioni almeno fino al 1988 nonostante la pratica fosse stata dichiarata illegale dal 1985. Vi sono inoltre dichiarazioni dell’ex fondista Silvano Barco, già pentito di aver ricorso proprio a queste pratiche, che ha ribadito la sua estraneità all’utilizzo di Epo. Si attendono le dichiarazioni del presidente del Coni, Gianni Petrucci.
Il fenomeno “doping” è un problema che riguarda non solo l’etica sportiva ma anche la salute pubblica. Scientificamente “Costituiscono doping la somministrazione o l’assunzione di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive o l’adozione o la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti”, è quanto cita l’art.1 della Legge 14 dicembre 200, n°376.
In italia il doping è un reato penale, punito fino a tre anni di reclusione, che possono diventare di più se ad essere introdotto ad assumere sostanze vietate è un minorenne o se a distribuire le sostanze è un dipendente del Coni. Fino a poco tempo fa il doping riguardava esclusivamente il mondo dello sport professionistico. Studi recenti mettono in luce che un numero crescente di sportivi dilettanti ricorrono all’uso di farmaci e, tra questi, elevatissimo è il numero di ragazzi.
Inoltre, tutti conosciamo sommariamente quali sono gli effetti sulle performance sportive, quanti ne conoscono gli effetti collaterali? Il doping non solo rende i fruitori più sensibili a diagnosi di tumore epatico e leucemia ma ha prodotto anche una malattia molto rara: il morbo di Lou Gerich (sclerosi emiotrofica dei neuroni motori) – dal nome del campione di baseball che ne fu colpito a morte.
Il film dunque, non è solo una denuncia ma anche un modo per dire “Niente doping, solo sport”, come recitava lo slogan dell’ultimo Giro d’Italia e, parafrasando lo scrittore americano Emerson “cerchiamo moltitudini, non cerchiamo steroidi”.
Comitato Alpi Centrali: profondo cordoglio per la scomparsa di Pietro Magnolini
Comitato Regionale FISI Alpi Centrali – comunicato stampa del 26 settembre
Il Comitato Regionale Alpi Centrali si stringe al dolore della famiglia del professor Pietro Magnolini, Presidente di ANEF Lombardia, ex primo cittadino di Borno, ma prima di tutto grande amico del Comitato Regionale Alpi Centrali. “Da sempre Pietro Magnolini – commenta il Presidente del Comitato Regionale Alpi Centrali Carmelo Ghilardi – collaborava con il nostro comitato con il quale si era attivata una proficua collaborazione, che fra le altre cose prevedeva per tutti i tesserati FISI uno ski pass agevolato per le stazione sciistiche della Lombardia. Ma prima di tutto perdiamo un amico ed un amante degli sport invernali e della montagna.” Da tempo Pietro Magnolini era malato e nel corso delle ultime settimane le sue condizioni di salute sono peggiorate. Magnolini è nato a Borno il 20 luglio del 1946. Nel 1976 si è sposato con Maria Parolini dalla quale ha avuto due figlie. Diplomato elettrotecnico all’IPSIA di Breno viene, successivamente, assunto come insegnante di Elettronica Pratica prima di essere trasferito a Pistone presso l’istituto Professionale di Stato dove ha ricoperto anche la funzione di Direttore. Da sempre vicino alla montagna come professore e come politico si attiva per la creazione di impianti sciistici al Monte Altissimo e nei primi anni settanta è attivo promotore dello Sci Club Bornodi cui è stato segretario. Nel 1983 viene nominato Sindaco di Borno e, come primo cittadino (ruolo ricoperto per ben due mandati) prosegue con la sua attività di rilancio turistico del suo territorio. Nel 1988 entra ufficialmente come membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Nazionale Esercenti Funiviari della Lombardia di cui viene eletto Presidente. Nella sua carriera di amministratore comunale e di dirigenti degli impianti della Società Funivia Pietro Magnolini è stato protagonista di quel processo di affermazione della stazione sciistica camuna ed ha rappresentato per oltre trent’anni un punto di riferimento serio ed apprezzato. Tutta la dirigenza del Comitato Regionale Alpi Centrali rinnova il proprio cordoglio alla famiglia di Pietro Magnolini i cui funerali si svolgeranno domani (giovedì 27 settembre) alle ore 16 nella Chiesa Parrocchiale di Borno.
Valanga sull’Himalaya, morto l’alpinista Alberto Magliano
ROMA –
Almeno 13 alpinisti, fra cui un italiano, sono morti sul monte Manaslu in Nepal in seguito a una valanga che ha travolto il campo tre e parte del campo 2. La vittima, 67 anni, si chiamava Alberto Magliano. Alpinista non professionista ma di larga esperienza, si trovava in quota con altri due italiani, Silvio Gnaro Mondinelli, Christian Gobbi. “Siamo stati travolti dalla valanga” racconta Mondinelli “ha portato via una trentina di tende – spiega – mentre dormivamo. Abbiamo perso due nostri compagni: uno sherpa e un nostro compagno di Milano. La montagna è fatta così. Eravamo in un posto tranquillo – ha aggiunto – abbiamo contato 12 corpi estratti dalle tende, ma forse ce ne sono ancora sotto. L’elicottero non può più volare, perché sopra è nuvoloso per cui le ricerche riprenderanno domani. I corpi verranno portati a Kathmandu”.
Magliano è noto per essere stato il primo alpinista non professionista ad aver conquistato le ‘seven summits’, le vette più alte di ogni continente. Il Manaslu è l’ottava montagna più alta del mondo (8.163 metri) e si trova nella catena montuosa dell’Himalaya. “Perché scalare una montagna? Perché è lì”, era una delle citazioni preferite di Magliano, che prendeva a prestito le parole di George Leigh Mallory, precursore del moderno himalaysmo.
Chi era Alberto Magliano
“Il luogo della libertà. Libertà da tutto ciò che ci vincola, ci impedisce, ci limita, ci trattiene in basso”. La montagna in due frasi per Alberto Magliano, 67 anni, triestino di nascita e milanese d’adozione, morto all’alba di oggi sotto una valanga alle pendici del Manaslu, uno dei giganti himalayani.
Diploma di liceo classico, laurea in giurisprudenza, prima dirigente d’azienda e poi consulente, un ‘letterato’ che a 36 anni era stato travolto dalla passione per l’aria sottile e non è più riuscito a farne a meno. Tanto da diventare il secondo alpinista italiano (dopo Reinhold Messner) ad aver scalato le Seven summits, ovvero le cime più alte di ogni continente. “L’alpinismo è una straordinaria attività di vita – scriveva sul suo sito – molto più di uno sport, ma nulla a che vedere con un lavoro: un modo di vivere, forse addirittura una visione del mondo”.
L’esordio sulla roccia della Valmalenco, poi le Alpi centrali e le Dolomiti, le grandi classiche del Monte Bianco. Dal 1994 la passione per l’alta quota, inarrestabile, ha preso il sopravvento. Nemmeno gli insuccessi iniziali (McKinley, Dhaulagiri, Shisha Pangma, Cho Oyu) lo fermano. La corsa inizia nel 1998 con la cima, in solitaria, dell’Aconcagua. Nel 2002 è la volta dell’Everest, al terzo tentativo. “Mi sono sempre considerato un ‘conquistatore dell’inutile – sottolineava – in cui la vacuità dell’oggetto e il disinteresse del soggetto sono clamorosamente compensati dalla faticosa realtà della conquista”.
Il 22 giugno 2003 Alberto Magliano piantava i ramponi sui 6.195 metri della vetta del McKinley, coronando il sogno delle Seven summits. “Le più alte cime del pianeta hanno stimolato la mia concezione dell’alpinismo come gioco e la possibilità di sfatare un mito: dimostrare che anche una persona assolutamente normale, che ha trascorso la propria vita svolgendo un’attività lavorativa del tutto sedentaria, se spinta dalle giuste motivazioni è in grado di scalare queste montagne e di provare quelle indescrivibili sensazioni che comunemente si pensa siano monopolio di pochi eletti”.
La corsa non si è fermata, ormai il ‘virus’ era in circolo. “Credo si tratti di qualcosa di simile al mal d’Africa – spiegava – quelle valli, quella gente, quelle montagne ti prendono il cuore, esercitano uno straordinario richiamo”. Nuove avventure tra Nepal e Pakistan. Nel 2009 era al Manaslu – la ‘montagna dello spirito’ – quando un compagno di cordata, il trentino Giuseppe Antonelli, morì per un edema polmonare. Poi la fatale decisione di tornarci. Lascia la moglie e la figlia Silvia, che solo ieri lo aveva fatto diventare nonno.
L’amico Confortola: “Colpa di un seracco”
Magliano era “una persona molto colta”, è il ricordo di Marco Confortola, alpinista italiano che si trova al campo base sul Manaslu. “Frequentava – racconta – la montagna spesso con le guide alpine. Era già stato sull’Himalaya molte volte”. “Questa valaganga – sottolinea Confortola – non è da imputare agli alpinisti. È stato un seracco a staccarsi e questa valanga purtroppo ha coinvolto il campo 3. Bisogna stare attenti a dare colpe a persone che non hanno colpe. Sicuramente in tutti gli sport abbastanza estremi c’è un rischio”. Il seracco è un crepaccio che si forma nel ghiaccio, lasciando un vuoto scarsamente visibile sotto il livello della neve, che provoca squilibri e causa a volte valanghe.