L’appennino non sta ferma,nuova scossa di 4.3 in emilia romagna
La terra continua a tremare nel modenese. Nella notte le scosse si sono susseguite senza sosta. La più forte, di magnitudo 2.7 Richter, è stata registrata alle 6.45. Secondo i dati dell’Istituto di Geofisica e Vulcanologia, l’epicentro è ancora una volta tr a Finale Emilia (Modena) e Sant’Agostino (Ferrara). Prima, alle 4.44, un’altra scossa, di magnitudo 2,7, aveva fatto sobbalzare ancora una volta il Modenese. Alle 7,51 di questa mattina la terra ha ancora tremato. La scossa è di magnitudo 2,2 con epicentro fra San Felice sul Panaro e Finale Emilia. In tutto, secondo i sismologi, dalle 20 di ieri sera alle 7 di stamattina le scosse di bassa e media intensità sono state ben 58.
La tensione nelle tendopoli e tra chi trova rifugio nelle auto aumenta con il passare del tempo. Alla scossa delle 7,51 ne sono seguite altre sette, le più forti sono state pari a magnitudo 2.9 Richter e sono state registrate alle 8.33 e alle 10.53. Tre scosse in rapida successione sono state registrate alle ore 18.29 e 18.37 e hanno scosso ancora una volta Finale Emilia. La prima di magnitudo 2,8 Richter, con una profondità di 7,4 chilometri, ha interessato principalmente Finale, mentre la seconda di magnitudo 2,2 si è fatta sentire anche nei comuni di Camposanto e San Felice sul Panaro. Più intesa la terza scossa di magnitudo 3.2 che ha interessato gli stessi comuni alle 18.46. La paura tra le persone colpite dal sisma aumenta. I più temono di essere dimenticati dal governo e dalla politica, sospettano che non appena si spegneranno i riflettori mediatici sul terremoto del 20 maggio si ritroveranno senza possibilità di ricostruire quello che avevano, senza aiuto.
Rischio sismico da rivedere
Intanto i geologi rivedono la sismicità della regione Emilia Romagna, pensano a nuove mappature del territorio, osservano con attenzione il fenomeno della liquefazione delle sabbie che è stato osservato e studiato nei terremoti giapponesi di 7-8 gradi della scala Richter. Come hanno fatto sapere gli esperti un nuovo forte sisma potrebbe riacutizzare il fenomeno. Ma la preoccupazione si estende. Ora il presidente dell’Ordine dei geologi del Veneto, Roberto Cavazzana, si dice preoccupato anche per il Polesine e ritiene urgente rivedere la mappa del rischio sismico. “Il terremoto in Emilia ha messo in evidenza che le valutazioni sulla sismicità in Veneto devono essere aggiornate”. Cavazzana ha già in programma, per la prossima settimana, un volo aereo sul Polesine per verificare i danni nelle zone colpite del sisma del 20 maggio scorso. “Il Veneto ha una sismicità abbastanza diffusa – spiega ancora – finora i territori della bassa pianura veneta, come il Polesine, la bassa padovana e anche il veneziano, erano considerati a bassa sismicità”.