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Valanga sull’Himalaya, morto l’alpinista Alberto Magliano

Valanga sull’Himalaya, morto l’alpinista Alberto Magliano

ROMA –

Almeno 13 alpinisti, fra cui un italiano, sono morti sul monte Manaslu in Nepal in seguito a una valanga che ha travolto il campo tre e parte del campo 2. La vittima, 67 anni, si chiamava Alberto Magliano. Alpinista non professionista ma di larga esperienza, si trovava in quota con altri due italiani, Silvio Gnaro Mondinelli, Christian Gobbi. “Siamo stati travolti dalla valanga” racconta Mondinelli “ha portato via una trentina di tende – spiega – mentre dormivamo. Abbiamo perso due nostri compagni: uno sherpa e un nostro compagno di Milano. La montagna è fatta così. Eravamo in un posto tranquillo – ha aggiunto – abbiamo contato 12 corpi estratti dalle tende, ma forse ce ne sono ancora sotto. L’elicottero non può più volare, perché sopra è nuvoloso per cui le ricerche riprenderanno domani. I corpi verranno portati a Kathmandu”.

Magliano è noto per essere stato il primo alpinista non professionista ad aver conquistato le ‘seven summits’, le vette più alte di ogni continente. Il Manaslu è l’ottava montagna più alta del mondo (8.163 metri) e si trova nella catena montuosa dell’Himalaya. “Perché scalare una montagna? Perché è lì”, era una delle citazioni preferite di Magliano, che prendeva a prestito le parole di George Leigh Mallory, precursore del moderno himalaysmo.

Chi era Alberto Magliano
“Il luogo della libertà. Libertà da tutto ciò che ci vincola, ci impedisce, ci limita, ci trattiene in basso”. La montagna in due frasi per Alberto Magliano, 67 anni, triestino di nascita e milanese d’adozione, morto all’alba di oggi sotto una valanga alle pendici del Manaslu, uno dei giganti himalayani.

Diploma di liceo classico, laurea in giurisprudenza, prima dirigente d’azienda e poi consulente, un ‘letterato’ che a 36 anni era stato travolto dalla passione per l’aria sottile e non è più riuscito a farne a meno. Tanto da diventare il secondo alpinista italiano (dopo Reinhold Messner) ad aver scalato le Seven summits, ovvero le cime più alte di ogni continente. “L’alpinismo è una straordinaria attività di vita – scriveva sul suo sito – molto più di uno sport, ma nulla a che vedere con un lavoro: un modo di vivere, forse addirittura una visione del mondo”.

L’esordio sulla roccia della Valmalenco, poi le Alpi centrali e le Dolomiti, le grandi classiche del Monte Bianco. Dal 1994 la passione per l’alta quota, inarrestabile, ha preso il sopravvento. Nemmeno gli insuccessi iniziali (McKinley, Dhaulagiri, Shisha Pangma, Cho Oyu) lo fermano. La corsa inizia nel 1998 con la cima, in solitaria, dell’Aconcagua. Nel 2002 è la volta dell’Everest, al terzo tentativo. “Mi sono sempre considerato un ‘conquistatore dell’inutile – sottolineava – in cui la vacuità dell’oggetto e il disinteresse del soggetto sono clamorosamente compensati dalla faticosa realtà della conquista”.

Il 22 giugno 2003 Alberto Magliano piantava i ramponi sui 6.195 metri della vetta del McKinley, coronando il sogno delle Seven summits. “Le più alte cime del pianeta hanno stimolato la mia concezione dell’alpinismo come gioco e la possibilità di sfatare un mito: dimostrare che anche una persona assolutamente normale, che ha trascorso la propria vita svolgendo un’attività lavorativa del tutto sedentaria, se spinta dalle giuste motivazioni è in grado di scalare queste montagne e di provare quelle indescrivibili sensazioni che comunemente si pensa siano monopolio di pochi eletti”.

La corsa non si è fermata, ormai il ‘virus’ era in circolo. “Credo si tratti di qualcosa di simile al mal d’Africa – spiegava – quelle valli, quella gente, quelle montagne ti prendono il cuore, esercitano uno straordinario richiamo”. Nuove avventure tra Nepal e Pakistan. Nel 2009 era al Manaslu – la ‘montagna dello spirito’ – quando un compagno di cordata, il trentino Giuseppe Antonelli, morì per un edema polmonare. Poi la fatale decisione di tornarci. Lascia la moglie e la figlia Silvia, che solo ieri lo aveva fatto diventare nonno.

L’amico Confortola: “Colpa di un seracco”
Magliano era “una persona molto colta”, è il ricordo di Marco Confortola, alpinista italiano che si trova al campo base sul Manaslu. “Frequentava – racconta – la montagna spesso con le guide alpine. Era già stato sull’Himalaya molte volte”. “Questa valaganga – sottolinea Confortola – non è da imputare agli alpinisti. È stato un seracco a staccarsi e questa valanga purtroppo ha coinvolto il campo 3. Bisogna stare attenti a dare colpe a persone che non hanno colpe. Sicuramente in tutti gli sport abbastanza estremi c’è un rischio”. Il seracco è un crepaccio che si forma nel ghiaccio, lasciando un vuoto scarsamente visibile sotto il livello della neve, che provoca squilibri e causa a volte valanghe.

 

 

 

i prezzi dei carburanti nella UE l’Italia la piu cara,mentre Romania la piu economica

i prezzi dei carburanti nella UE l’Italia la piu cara,mentre Romania la piu economica

 

Il triste primato italiano e’ evidenziato da un’analisi del Centro Studi Promotor GL events sulla base di dati della Commissione Europea aggiornati al primo settembre. Nel nostro Paese il prezzo della benzina supera di ben 27,4 centesimi la media europea e la differenza è dovuta ‘esclusivamente al fisco’. Infatti il differenziale di prezzo con la media europea e’ costituito per 23,5 centesimi da una maggiore tassazione e per 3,9 centesimi da un maggior prezzo industriale rispetto alla media.

L’Italia, con un prezzo medio alla pompa di 1,870 euro al litro, si aggiudica il record europeo per il caro-benzina, mentre il pieno piu’ conveniente si fa in Romania, dove la benzina costa 1,000 euro al litro.

Il triste primato italiano e’ evidenziato da un’analisi del Centro Studi Promotor GL events sulla base di dati della Commissione Europea aggiornati al primo settembre. Nel nostro Paese il prezzo della benzina supera di ben 27,4 centesimi la media europea e la differenza – precisa il Csp – è dovuta “esclusivamente al fisco”. Infatti il differenziale di prezzo con la media europea e’ costituito per 23,5 centesimi da una maggiore tassazione e per 3,9 centesimi da un maggior prezzo industriale rispetto alla media. Prezzi alti anche per il gasolio dove l’Italia detiene il terzo posto per i rincari dopo Regno Unito e Svezia. In questo caso, precisa il Csp, le responsabilità del fisco sono ancora maggiori. Infatti, il prezzo medio italiano rilevato dalla Commissione Ue in settembre si discosta dalla media europea di ben 30,2 centesimi. Per la componente fiscale lo scarto sulla media europea è di 34,9 centesimi, mentre il prezzo industriale italiano è inferiore alla media di 4,7 centesimi. Per rifornirsi di benzina a meno prezzo, quindi, gli automobilisti italiani dovrebbero recarsi nell’Europa dell’Est.

Oltre che in Romania, infatti, il risparmio per un pieno sarebbe notevole anche in Bulgaria (a 1,336 euro al litro), oppure in Polonia (a 1,430). Piu’ care invece la Repubblica Ceca (1,531), Slovenia e Ungheria (1,562) e Slovacchia (1,582). In Europa occidentale il pieno a piu’ basso costo si fa in Lussemburgo (1,454), in Spagna (1,513) o in Austria (1,520). Piu’ convenienti dell’Italia anche la Francia (1,648), il Regno Unito (1,730), e la Germania (1,750). Nella ‘top five’ del caro-benzina, guidato dall’Italia, compaiono anche la Svezia (1,862), al secondo posto, la Grecia (1,838) al terzo, l’Olanda (1,808) al quarto e la Danimarca (1,782) al quinto.

Per il pieno di gasolio, invece, il paese piu’ caro in Europa e’ il Regno Unito (1,794 euro al litro), prima di Svezia (1,789) e Italia. Seguono la Grecia (1,597) e la Finlandia (1,582).

Nell’Europa dell’Est il prezzo piu’ alto si trova in Ungheria (1,566), dove il gasolio costa piu’ che in Germania (1,561), in Francia (1,459) e in Spagna (1,423). Il gasolio piu’ conveniente d’Europa, invece, si trova nel Lussemburgo (1,320).

 

 

Transilvania:il misterioso fenomeno delle rocce viventi

Transilvania:il misterioso fenomeno delle rocce viventi

Nonostante l’umanità si sforzi di cercare la vita extraterrestre nello spazio, la Terra rimane il luogo più “alieno” con il quale abbiamo a che fare. Tra i numerosi, affascinanti misteri della natura, uno tra i più incredibili è quello delle “Rocce Viventi”!

E’ difficile immaginare una roccia capace di crescere, soprattutto perché associamo il fenomeno della crescita agli organismi appartenenti al regno vegetale e a quello animale, non certo al regno minerale.

In Romania, a circa 35 km da Ramnicu Valcea, si trova uno dei più interessanti musei della romania, una riserva naturale trasformata in un museo a cielo aperto, il Muzeul Trovantilor. Le esposizioni mostrano una raccolta di pietre molto strane e misteriose chiamate “trovants“. Queste straordinarie rocce sembrano essere state scolpite da uno scultore molto abile.

La particolarità di queste pietre è che possono essere considerate “vive“, nel senso che quando entrano in contatto con l’acqua, sono capaci di riprodursi e di crescere, proprio come un essere vivente biologico. Dopo uno pioggia molto intensa, i trovants partendo da strutture di 6-8 millimetri, possono arrivare a formare rocce fino a 6-10 metri di diametro. Inoltre, come accade per le rocce della Death Valley in California, i trovants sono capaci di spostarsi da un luogo all’altro. Un vero rompicapo per gli scienziati!

 

 

 

 

 

Argenta:referendum per diventare parte della romagna,la pianura emiliana non attira più

Argenta:referendum per diventare parte della romagna,la pianura emiliana non attira più

Il Sindaco di Argenta ha nascosto la verità al Consiglio Comunale. Si tratta di un atteggiamento gravemente offensivo che ormai non mi sorprende più di tanto e che tuttavia risulta inaccettabile e merita la condanna più netta.

Nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale, ho presentato una interrogazione sul prossimo riassetto dei territori Provinciali, chiedendo che sul tema si proceda a consultare i cittadini, anche in vista di una possibile adesione di Argenta alla costituenda grande Provincia di Romagna. Il Sindaco, specificando che mancano ancora disposizioni precise, mi ha invitata a riproporre la questione con una mozione, affermando comunque che “la discussione deve avvenire in Consiglio”.

Egli si è invece guardato bene dal rivelare che per il giorno successivo era già fissata in Provincia una riunione nella quale i Sindaci erano chiamati ad esprimere la loro posizione. Alla fine, Fiorentini si è espresso a favore del mantenimento della Provincia di Ferrara, senza consultare alcuno e decidendo da solo per l’intera cittadinanza Argentana.

La mia opinione è che la storica debolezza di Ferrara non potrà che aggravarsi, in un quadro di aggregazioni fra territori che già oggi si presentano notevolmente più forti dal punto di vista economico. La nascita di due grandi Province, la prima da Modena a Piacenza e la seconda da Ravenna a Rimini, lungi dal costituire unicamente una minaccia, al contrario apre nuove possibilità per quelle comunità che intendono ragionare in termini di interesse comune e non di salvataggio di poche poltrone.

Tutti concordano sul fatto che un peso sempre maggiore sarà rivestito dalle Unioni di Comuni. Ebbene, Argenta confina con l’Unione della Bassa Romagna, una fra le prime in Italia, alla quale già ci legano numerosi tratti comuni e nel cui ambito potremmo trovare un tessuto di imprese più ricco ed articolato, con tutto il corredo di opportunità che ne consegue. Il provvedimento governativo di riduzione delle Province ci offre dunque la possibilità di operare una scelta: restare legati ad una condizione di minorità oppure, al contrario, ricercare migliori opportunità di sviluppo, soprattutto per i nostri giovani. Quello che però non si discute è che su una decisione di questa importanza, che influirà sulle generazioni future, deve potersi esprimere la volontà popolare, attraverso un referendum indetto nel territorio comunale.

Fiorentini è semplicemente il Sindaco e mi dispiace informarlo del fatto che egli ha l’obbligo di misurarsi con una volontà superiore alla sua, quella popolare. Senza questa elementare consapevolezza, visto che ad Argenta siamo in Fiera, è facile prevedere che un Sindaco troppo pieno di sé rischia la fine dei quei tanti palloncini che finiscono ogni giorno fra le nuvole.

Gabriella Azzalli, capogruppo di Argenta Rinnovamento

Emilia Romagna news:la terra trema ancora tra Ferrara e Bologna

Emilia Romagna news:la terra trema ancora tra Ferrara e Bologna

Terremoto oggi 9 settembre: ultime scosse e news

Domenica 9 settembre, tre mesi e mezzo dall’inizio del terremoto in Emilia Romagna e lo sciame sismico, seppur ormai inerme non si arresta ancora del tutto.
BOLLETTINO SCOSSE. Se la prima mattina di oggi è passata senza riportare sobbalzo tellurico, per risalire alle ultime scosse rilevate dall’Ingv bisogno andare indietro alla giornata di ieri – sabato 8 settembre. Due le repliche, sempre deboli, registrate: la prima delle ore 15.20 circa, è stata di magnitudine 2.6, ed ha avuto come epicentro la zone del ferrarese e modenese. La seconda risale alla notte: ore 2.08, magnitudine 2.3, epicentro tra le province di Ferrara e Bologna.
Sempre il capoluogo felsineo è stato al centro anche dell’unica replica registrata durante l’intera giornata di venerdì 7 settembre (ore 21.45) di magnitudo 2.1: interessati alcuni comuni del nostro appennino (LOIANO, MONGHIDORO, MONZUNO, SAN BENEDETTO VAL DI SAMBRO).
Giovedì 6/9, invece, una replica di magnitudine 2.6 della scala Richter ha toccato la Provincia modenese. Bisogna poi andare indietro di quasi 24 ore per risalire alla precedente scossa registrata in territorio emiliano. Mercoledì 5, infatti, la terra ha ‘borbottato’ una sola volta e in maniera poco convinta, (ore 12.35, scossa di magnitudine 2.4, epicentro sempre nella provincia di Modena). Due invece le repliche registrate nella giornata di martedì scorso: la prima alle ore 20.53, di magnitudine 2.3, con epicentro nella provincia di Bologna (tra Baricella e Malalbergo); la seconda è giunta un paio d’oro dopo (alle ore 22.45) ed è stata di potenza 2.2, epicentro nel modenese.
Infine, se lunedì scorso ha regalato un’intera giornata di tregua dalle scosse, la domenica è invece stata abbastanza ‘movimentata’, seppur da repliche sempre flebili e innocue: 4 quelle registrate, la maggiore (ore 14.08), di magnitudo 2.8 della scala Richter, con epicentro nel mantovano.

SICCITA’ SUI LUOGHI DEL SISMA. Nel frattempo un altro cruccio affligge le aree terremotate, la siccità. L’agricoltura in Regione é infatti come un’unica grande impresa che rischia di chiudere, lasciando in mezzo alla strada 200 mila occupati, tenendo in sospeso 5.400 milioni di crediti bancari e rinunciando agli acquisti di mezzi di produzione per oltre 2.000 milioni di euro. Così afferma Coldiretti Emilia-Romagna all’incontro della consulta agraria in cui l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni. Nei primi nove mesi del 2012 le nevicate straordinarie di febbraio, il terremoto del 20 e 29 maggio, la siccità record dell’estate hanno provocato danni che Coldiretti stima complessivamente superiori ai 2.000 milioni di lire, pari quasi al 50% della Produzione lorda vendibile (Plv) dell’agricoltura regionale. “Se una grande impresa avesse subito un simile tracollo – ha detto il presidente di Coldiretti Emilia-Romagna, Mauro Tonello – prima di dichiararla fallita verrebbero messe in atto manovre per ricercare tra tutti gli interessati un accordo per ridurre al minimo le perdite e ripartire con un piano d’azione in grado di dilazionare i debiti pregressi ed assicurare a prezzi convenienti i rifornimenti dei mezzi necessari per non fermare la produzione. E’ di questo che ha bisogno la nostra agricoltura”. Secondo Coldiretti è necessario un accordo con le banche, per rivedere i mutui e dare alle imprese un po’ di respiro, e un’intesa con le imprese multinazionali, per la fornitura di mezzi di produzione a costi accessibili e assicurare così la campagna agricola del prossimo anno. “Oggi – commenta Tonello – ci sono agricoltori colpiti dalla siccità che non hanno le risorse per acquistare sementi, concimi e mangimi, mentre le imprese colpite dal terremoto non sono in grado di sostituire le macchine rimaste sotto i capannoni crollati. A rischio ci sono, tra lavoratori autonomi e dipendenti, oltre 200 mila posti di lavoro”.

Romania:inaugurato il parco aquatico piu grande dell’est europa destinato ancora ad ampliarsi

Romania:inaugurato il parco aquatico piu grande dell’est europa destinato ancora ad ampliarsi

Il parco divertimenti più grande della Romania e dell’Est attende Venerdì alla periferia di Bucarest

Venerdì sarà aperto a Bucarest, il parco acquatico più grande della Romania e del Sud Est Europa. Già, i proprietari riconoscono che si aspettano gli altri estate migliaia di visitatori nel parco divertimenti enorme che sembra muoversi costa alla capitale.

“The Beach”, il parco acquatico più grande in Romania e Sud-Est Europa, si estende su una superficie di oltre 50.000 metri quadrati. L’obiettivo sarà inaugurata Venerdì in un vero e proprio trattamento di questa estate calda assortiti. Gli organizzatori ha annunciato la data ufficiale di apertura Divertiland-spiaggia sul sito ufficiale di facebook.

 

 

 

 

“Divertiland apre VENERDI, 10 AGOSTO! Acqua cristallina, onde e sabbia, scivola servizi avventurosi e premium, musica e buona volontà fanno parte del partito ricetta estiva discrezione perfetta … il nuovo parco che ha già un proprio pagina facebook.

Target si trova a 13 km da Bucarest, zona commerciale Militari.

Ma non sorprende su questa mega-investimento si fermano qui. La fase successiva del progetto, Parco Avventura prenderanno vita la prossima estate. Nella terza fase, nel 2013-2014, sarà aperto Oasis famiglia divertiment Centre. Sarà aperto tutto l’anno e comprende parco acquatico al coperto e divertimento, e minigolf, giochi elettronici, parete da arrampicata arrampicata, kart, bungee jumping, pattinaggio a rotelle, bolwling o biliardo. L’ultima fase di sviluppo comprenderà Sports Club Sports Complex.

Transilvania:la natura delle montagne dei carpazi tra ricchezze storiche e risorse naturali

Transilvania:la natura delle montagne dei carpazi tra ricchezze storiche e risorse naturali

Immagini dalla Transilvania, Romania. La regione di Brasov (e del Conte Dracula), nel Carpazi meridionali, circa 200 chilometri a Nord di Bucarest, è una di quelle dove è ancora possibile trovare una natura ricca di biodiversità, perfettamente integrata con una cultura umana tradizionale, fatta di attività rurali in cui molte procedure si effettuano a mano. Un’area da scoprire, assieme a quella, non lontana, dei monasteri con le facciate esterne dipinte, nella Bucovina

[06 agosto 2012]
paralimpiadi londra 2012 i nostri eroi a due ruote pronti a lottare per l’onore della patria italia

paralimpiadi londra 2012 i nostri eroi a due ruote pronti a lottare per l’onore della patria italia

Per volare Verso Londra 2012 non basta la tenacia. Non basta essere bravi tanto da essere chiamati in Nazionale. Per volare Verso Londra 2012 bisogna fare tanti sacrifici e non solo di tipo fisico: bisogna affrontare difficoltà personali, ma anche lavorative ed economiche. Ed è con questo spirito che sette atletici paralimpici del basket in carrozzina (gli unici cestisti che vestiranno la casacca azzurra a Londra visto che il basket in piedi non si è qualificato) hanno dato vita ad un progetto dal nome evocativo: Verso Londra 2012 (appunto). Da percorrere c’è una strada, per certi versi in salita, ma al termine di quest’ultima c’è un sogno chiamato Paralimpiade, competizione che dà un senso alle carriere arricchendole di grande valore e che gli atleti del basket in carrozzina affronteranno con tanta passione che viaggia su due ruote e sulla forza di una squadra.
PREPARAZIONE “ONEROSA” – Le Paralimpiadi non sono le Olimpiadi. Sotto tanti punti di vista. Sette atleti della Nazionale di basket in carrozzina, quindi, hanno sviluppato un progetto di auto-aiuto: una ricerca di partner per far fronte alle difficoltà (lavorative ed economiche) che in questi ultimi mesi prima del grande appuntamento londinese sono diventate tante e sempre più onerose. «Molti di noi, per prepararsi alle Paralimpiadi non stanno lavorando. La Federazione fa molto ma è chiaro che in certi casi può non bastare», spiega Vincenzo Di Bennardo, ala pivot della Nazionale e dei campioni d’Italia del Santa Lucia Roma. Con lui i protagonisti di Verso Londra 2012 sono Damiano Airoldi, Matteo Cavagnini, Nicola Damiano, Vincenzo Di Bennardo, Galliano Marchionni, Mohamed Sanna Ali detto Giulio e Amine Mouqhariq. Per la causa di questi sette atleti di basket in carrozzina, Andrea Bargnani ha messo all’asta alcune sue maglie autografate, anche se il pivot dei Toronto Raptors, mantenendo il low profile che lo contraddistingue, non ama fare tanta pubblicità alla cosa.

LE DIFFICOLTÀ DEI PARALIMPICI – Ma potrebbero essere (e lo sono) le storie di atleti paralimpici che lontani dagli sfarzi dello sport “strapagato”, per portare la maglia azzurra e prepararsi a Londra 2012, affrontano mille difficoltà. A differenza di tante discipline olimpiche, infatti, quelle paralimpiche soffrono inevitabilmente di una minore esposizione mediatica e, ovviamente, di una minor considerazione economica. Non ci sono contratti da professionisti e stipendi che possano coprire il fabbisogno di una persona e di una famiglia. «Le difficoltà generali del mondo dello sport – commenta il presidente della Federazione Basket in carrozzina, Fernando Zappile – si ripercuotono chiaramente anche su di noi. Basti pensare che tanti atleti olimpici hanno la possibilità di avere permessi, piuttosto che ferie pagate per permettersi la preparazione. Gli atleti paralimpici no. Personalmente, non sono uno di quelli che si piangono addosso e credo che lo sport si possa fare con quello che si ha a disposizione, con o senza soldi, ma il fatto che sette atleti si siano organizzati in questo modo conferma queste difficoltà».

I GRUPPI SPORTIVI MILITARI -Passando un attimo la palla agli sport olimpici, se nel calcio e in altre discipline di squadra (come il volley o il basket), il problema dei contratti “poco onerosi” non si pone, l’aspetto economico esiste invece per tante discipline: come la scherma, l’atletica, il canottaggio e alcuni sport d’acqua. Ma il problema viene risolto con la possibilità degli atleti di entrare nei Gruppi sportivi delle forze armate. Questo capita anche nelle discipline paralimpiche? Su 99 atleti italiani, 14 sono entrati a far parte dei Gruppi sportivi di Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria, Corpo forestale. Tutti appartengono a discipline individuali (tiro con l’arco, ciclismo, sci alpino, atletica, scherma in carrozzina, nuoto). «Chi entra a far parte dei Gruppi sportivi delle forze armate – dicono dal Comitato Paralimpico – ha un supporto economico ma anche tecnico (allenatore, palestre) e, per natura, lo sport di squadra non si presta all’entrata di un’atleta nei Gruppi sportivi perché non avrebbe senso far entrare un atleta su quindici».

 

 

tennis in carrozzina a forli,i nostri eroi a due ruote non si fermano mai!

tennis in carrozzina a forli,i nostri eroi a due ruote non si fermano mai!

Prosegue a pieno ritmo la quinta edizione del Torneo Nazionale “Città di Forlì”, maschile – femminile, parte del circuito Nazionale FIT 2012 di tennis in carrozzina, manifestazione organizzata dalla A.S.D. Forum tennis con il patrocinio del Comune di Forlì e la collaborazione della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. La rassegna si svolge negli impianti del “Forum Tennis” di via Campo di Marte e sta coinvolgendo atleti giunti da tutti italia fra i quali diversi tennisti compresi nella Top10.

Nella mattina di sabato 28 luglio sono previste le semifinali alle quali sono giunti Cia, Mestriner, Amadori e Sorrentini nel torneo maschile e Galletti, Tinti, Quassinti e Morotti nel femminile. Nel pomeriggio continueranno le sfide di doppio. Le finali si svolgeranno nella mattinata di domenica 29 luglio con inizio alle ore 9.

fonte:www.forumtennis.it

 

 

 

il presidente di destra populista Basescu salvato dalla sospensione dalla Transilvania

il presidente di destra populista Basescu salvato dalla sospensione dalla Transilvania

Il referendum che in Romania doveva confermare la rimozione dal suo ufficio del presidente della repubblica, il conservatore Traian Băsescu, non ha raggiunto il quorum. E’ la seconda volta che Băsescu si salva dall’impeachment col voto referendario. Alle urne si è recato circa il 46% degli elettori. Di questi l’87% (ossia il 41% circa del corpo elettorale) ha votato a favore della rimozione. Băsescu era stato sospeso dal suo incarico il 6 luglio scorso da una maggioranza di 256 parlamentari di centro-sinistra guidati dal premier Victor Ponta con l’accusa di aver violato la costituzione e di essere andato al di là delle sue prerogative istituzionali. La procedura di impeachment era stata parecchio muscolosa e disinvolta, suscitando dubbi in ambito internazionale. Per Băsescu, che aveva invitato all’astensionismo, i romeni hanno respinto un «tentativo di colpo di stato». Ponta, il difensore della costituzione, ha fatto spallucce: «il presidente potrà bensì rimanere a Palazzo Cotroceni» ha detto serafico, «ma senza più alcuna legittimità. Qualsiasi politico che ignora la volontà di milioni di elettori è tagliato fuori dalla realtà.» Io l’ho sempre pensato: gratta gratta, sotto il patriottismo costituzionale trovi sempre il populismo costituzionale.