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Corno alle Scale, da Sabato 8 riaprono gli impianti

Corno alle Scale, da Sabato 8 riaprono gli impianti

Sabato 8 dicembre infatti inizia la stagione invernale del comprensorio dell’Appennino bolognese. La neve caduta nei giorni scorsi, una cinquantina di centimetri, irrobustita da quella artificiale prodotta a ritmi forzati grazie alle basse temperature, ha consentito ai responsabili della Hr, la societa’ di gestione del comprensorio, di dare semaforo verde dal prossimo fine settimana su tutte le piste tranne il ‘Cupolino’.
L’apertura degli impianti sara’ anche l’occasione per presentare un’iniziativa di solidarieta’ voluta dal direttore commerciale della stazione Maena Biagi: “Corno alle Scale per l’Emilia”. Come “gesto di vicinanza” verso i residenti dei Comuni terremotati, chi proviene dal ‘cratere’ per l’intera stagione 2012/2013 potra’ sciare al Corno a meta’ prezzo. “Mi e’ sembrato doveroso rispondere in maniera positiva alla tragedia che ha colpito tanti nostri concittadini, offrendo loro la possibilita’ di trascorrere una giornata di svago sugli sci ad un costo davvero contenuto- spiega Biagi in una nota- con un occhio di riguardo verso i giovani ed i gruppi organizzati per i quali abbiamo previsto anche un contributo sulle spese di trasporto”.Per i residenti nei Comuni colpiti da sisma, 104 distribuiti in sei province diverse, il costo dello skipass giornaliero sara’ di 11,50 euro rispetto ai 23 del listino. Per info visitare www.cornofun.com.

La stagione ‘bianca’ del Corno e’ stata al centro di un intenso lavoro di promozione e di marketing che ha portato il comprensorio a mettere in campo una serie di offerte anticrisi con weekend low cost a partire da 89 euro, offerte speciali per gruppi da 99 euro o i due giorni feriali a 63 euro.

Emilia trema ancora,scossa di magnitudo 3.0 perche gli appennini spingono ancora verso nord

Emilia trema ancora,scossa di magnitudo 3.0 perche gli appennini spingono ancora verso nord

L’Emilia Romagna continua a tremare. Nella notte di oggi 17 luglio 2012 l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha registrato nuove scosse.

Alle ore 00.45 è stata registrata una scossa di magnitudo 3.0

I Comuni più vicini all’evento sismico sono Cento e Mirandola.

Ieri a tremare è stata la provincia di Ferrara. L’Ingv ha infatti registrato una scossa di 2.9 alle ore 17.39.

L’epicentro ha avuto luogo ad una profondità di 4.9 chilometri.

Questi i Comuni più vicini alla scossa di terremoto: Felonica (MN), Finale Emilia (MO), Ficarolo (RO), Calto, Salara e Bondeno.

Il Dipartimento della Protezione Civile ha fatto sapere che “Sono in corso le verifiche da parte della Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile”.

I ricercatori dell’Ingv in queste ultime settimane hanno notato un calo netto della frequenza e dell’intensità dei terremoti.

Il rallentare degli eventi sismici da speranza e forza ai cittadini terremotati. Continua ad essere alto il numero degli sfollati.

In una nota la Protezione Civile fa sapere che sono circa 10 mila le persone che ancora vivono nelle tendopoli.

 

 

 

L’appennino non sta ferma,nuova scossa di 4.3 in emilia romagna

L’appennino non sta ferma,nuova scossa di 4.3 in emilia romagna

La terra continua a tremare nel modenese. Nella notte le scosse si sono susseguite senza sosta. La più forte, di magnitudo 2.7 Richter, è stata registrata alle 6.45. Secondo i dati dell’Istituto di Geofisica e Vulcanologia, l’epicentro è ancora una volta tr a Finale Emilia (Modena) e Sant’Agostino (Ferrara). Prima, alle 4.44, un’altra scossa, di magnitudo 2,7, aveva fatto sobbalzare ancora una volta il Modenese. Alle 7,51 di questa mattina la terra ha ancora tremato. La scossa è di magnitudo 2,2 con epicentro fra San Felice sul Panaro e Finale Emilia. In tutto, secondo i sismologi, dalle 20 di ieri sera alle 7 di stamattina le scosse di bassa e media intensità sono state ben 58.
La tensione nelle tendopoli e tra chi trova rifugio nelle auto aumenta con il passare del tempo. Alla scossa delle 7,51 ne sono seguite altre sette, le più forti sono state pari a magnitudo 2.9 Richter e sono state registrate alle 8.33 e alle 10.53. Tre scosse in rapida successione sono state registrate alle ore 18.29 e 18.37 e hanno scosso ancora una volta Finale Emilia. La prima di magnitudo 2,8 Richter, con una profondità di 7,4 chilometri, ha interessato principalmente Finale, mentre la seconda di magnitudo 2,2 si è fatta sentire anche nei comuni di Camposanto e San Felice sul Panaro. Più intesa la terza scossa di magnitudo 3.2 che ha interessato gli stessi comuni alle 18.46. La paura tra le persone colpite dal sisma aumenta. I più temono di essere dimenticati dal governo e dalla politica, sospettano che non appena si spegneranno i riflettori mediatici sul terremoto del 20 maggio si ritroveranno senza possibilità di ricostruire quello che avevano, senza aiuto.

Rischio sismico da rivedere
Intanto i geologi rivedono la sismicità della regione Emilia Romagna, pensano a nuove mappature del territorio, osservano con attenzione il fenomeno della liquefazione delle sabbie che è stato osservato e studiato nei terremoti giapponesi di 7-8 gradi della scala Richter. Come hanno fatto sapere gli esperti un nuovo forte sisma potrebbe riacutizzare il fenomeno. Ma la preoccupazione si estende. Ora il presidente dell’Ordine dei geologi del Veneto, Roberto Cavazzana, si dice preoccupato anche per il Polesine e ritiene urgente rivedere la mappa del rischio sismico. “Il terremoto in Emilia ha messo in evidenza che le valutazioni sulla sismicità in Veneto devono essere aggiornate”. Cavazzana ha già in programma, per la prossima settimana, un volo aereo sul Polesine per verificare i danni nelle zone colpite del sisma del 20 maggio scorso. “Il Veneto ha una sismicità abbastanza diffusa – spiega ancora – finora i territori della bassa pianura veneta, come il Polesine, la bassa padovana e anche il veneziano, erano considerati a bassa sismicità”.

 

L’emilia trema ancora la causa:l’appennino sta mutando

L’emilia trema ancora la causa:l’appennino sta mutando

L’Italia è un territorio a rischio sismico, ma alcune zone, come la Pianura Padana sono state considerate a basso rischio fino a qualche anno fa. Come è possibile allora che sia avvenuto un sisma di intensità medio-alta, con scosse di magnitudo 5.9 della scala Richter?

È il frutto dello scontro tra le placche della crosta terrestre, l’africana contro quella europea. Questo in generale. In particolare, è la conseguenza della compressione tra nord e sud che si crea fra le due zolle del pianeta. La spinta degli appennini, al di sopra della microplacca Adriatica, ieri ha prodotto una faglia lunga una quarantina di chilometri tagliando la Val Padana tra est e ovest, fra Ferrara e Modena, scuotendola vigorosamente. Nell’arco della giornata si è registrato oltre un centinaio di sismi di varia magnitudo ma alcuni con livelli tra 4 e 5 della scala Richter, quindi rilevanti e in grado provocare seri danni, disastri e purtroppo vittime.